I ruderi dell’alta Torre di Donoratico dominano un largo tratto del litorale tirrenico. Circondata dagli scarsi resti delle due cinte murarie che l’avvolgevano, dalle fondamenta dell’antica chiesa castrense e altri edifici venuti recentemente alla luce [sono ancora in scorso scavi archeologici è ciò che resta dell’antico castello costruito dai Conti di Donoratico, i Della Gherardesca. Dalla metà 1100 divenne la loro sede privilegiata. La funzione del castello era quella di difendere questa parte delle coste dalle incursioni sanguinarie dei saraceni, dei pirati e dei nemici della Repubblica Pisana prima e, nel corso del 1400, Fiorentina poi.
Il ritrovamento di ceramiche e di un circuito difensivo ‘ciclopico’ [ovvero costruito con grossi blocchi di pietra], oltre alla presenza di tombe dello stesso periodo scavate nella roccia dei terrazzamenti sottostanti prova la presenza su questa altura di un’importante e vasta fortezza etrusca. La prima menzione esplicita di un insediamento fortificato risale al 1176, ma l’esistenza del castello è sicuramente più antica e sembra, grazie alla datazione di reperti rinvenuti durante gli scavi appartenenti ad un insediamento ligneo precedente al castello in pietra, risalga addirittura a prima del X° secolo.
La prima cinta muraria in pietra che si estende lungo i margini della sommita del rilievo, di cui rimangono numerosi tratti a sud-ovest e sud-est, risale alla seconda metà dell’XI° secolo. La pietra fu usata all’interno del recinto per la costruzione della chiesa, provvista di un’unica navata e ampliata nel secolo successivo. Nel corso del XII° secolo fu costruita una prima torre utilizzata come residenza fortificata dai Della Gherardesca, con solai lignei e copertura a volta in mattoni, in prossimità della chiesa insieme ad una nuova cinta muraria, più alta e più spessa, della quale restano ancora intatti alcuni tratti – sui versanti ovest ed est – e l’originaria porta principale a nord. L’area sommitale fu racchiusa in un secondo anello fortificato dotato di un’unica entrata aperta lungo il tratto sud-ovest. Anche la chiesa fu ampliata e abbellita. Nel secolo successivo fu costruita una nuova torre appoggiata alla preesistente. Fra il XIV° e il XV° secolo furono effettuati interventi mirati a fortificare le strutture preesistenti, costruendo in alcuni tratti dei muri a scarpa addossati al circuito murario, ma iniziò anche l’abbandono delle prime abitazioni. Il nucleo del castello fu fatto saltare nel 1447 dall’esercito di re Alfonso d’Aragona durante la sua discesa in Maremma.
Ancora oggi la torre principale si eleva per tutta la sua primitiva altezza con totalmente intatto il lato perimetrale sud e parte di quelli est e ovest. Sul lato est di questa torre si trova un’altra struttura i cui lati e aperture sono ancora ben leggibili. I due edifici rappresentano uno dei più importanti esempi di architettura medievale in questo territorio e costituivano la residenza signorile. Del borgo, distribuito concentricamente lungo i sottostanti terrazzamenti, sono identificabili tra la vegetazione e malgrado gli imponenti crolli, resti appartenenti agli edifici che lo costituivano. Durante i recenti scavi sono tornate alla luce pavimentazioni in cotto e pietra, i muri perimetrali della chiesa ed alcune colonne quadrate della sua navata.
La prima menzione esplicita di un “castrum” risale al 1176, ma il ricordo di “domini de Donoratico” già nel 1161 fa presumere che l’esistenza del castello sia più antica.
La chiesa castrense è documentata dal XII secolo, mentre quella di S. Colombano, attestata sin dal secolo XI tra i possedimenti di S.Pietro a Monteverdi, era situata, come risulta da un atto del 1263, “iusta castrum in plano ipsius castri”.
Alcuni atti della seconda metà del XII secolo testimoniano la compresenza di diritti sul castello tra diversi soggetti signorili: un ramo dei conti Gherardeschi ed il monastero di S.Pietro in Palazzuolo
Dalla seconda metà del XII secolo l’insediamento diviene sede privilegiata del ramo più importante dei conti Gherardeschi che, successivamente, prese il nome dal castello. Nel 1270 il castello di Donoratico fu occupato dai conti di Biserno, ribelli al comune di Pisa ed appoggiati dalle forze guelfe e angioine. In questo periodo, accanto all’area sommitale vi era un “burgus”, indice di una certa consistenza demica dell’insediamento. Nel corso del XV secolo, come i limitrofi centri anche il castello di Donoratico passa sotto il dominio fiorentino in concomitanza al graduale abbandono delle aree più limitrofe dell’insediamento
Nell’area sommitale si eleva per tutta la sua primitiva altezza una torre di cui si conserva totalmente il lato perimetrale sud e parte di quelli est e ovest. Immediatamente adiacente al lato est di questa torre si trova un’altra struttura turriforme i cui lati e relative aperture sono ancora ben leggibili. I due edifici, databili tra il dodicesimo ed il quattordicesimo secolo e che rappresentano uno dei più importanti esempi di architettura medievale in questo territorio, facevano parte dell’area signorile dell’insediamento.
In base ad un assetto che si ripete in tutti i castelli di quest’area l’insediamento era infatti costituito da una zona sommitale, dove si trovavano gli edifici di residenza signorile e un sottostante borgo, distribuito concentricamente lungo i sottostanti terrazzamenti e difeso da una cinta muraria in pietra. A sua volta anche l’area signorile era cinta da un ulteriore circuito difensivo, come nel caso di questo castello, dove proprio vicino alle torri sopradescritte sono ben visibili i resti della cinta e della porta che immetteva nell’area alta.
Tracce invece del circuito difensivo del borgo sono riconoscibili sui versanti ovest, est e nord in cui si conserva ancora una delle porte di accesso principali al castello.
Tra la vegetazione, malgrado gli imponenti crolli, si riconosce inoltre l’andamento di molti muri perimetrali appartenenti a probabili edifici che componevano il borgo.
Durante le campagne di scavo 2000 e 2001, nella zona sommitale sono state aperte quattro aree (1000 – 2000 – 4000 – 5000) all’interno dell’originaria area signorile e nei terrazzamenti ad ovest di quest’ultima.
In contemporanea è stato avviato lo scavo di due grandi aree (3000 – 7000) poste a ridosso della porzione sud-ovest e sud-est interna al circuito murario in corrispondenza dello spazio originariamente occupato dal borgo.
A queste attività è seguita la ripulitura del sottobosco in corrispondenza dell’area sud-est del borgo finalizzata a riportare in luce le evidenze murarie non ricoperte da depositi di terreno, in seguito posizionate nel rilievo generale dell’insediamento.
Il deposito sinora scavato ha evidenziato una complessa sequenza stratigrafica relativa ad un arco cronologico compreso tra IV-III secolo a.C. e XV secolo.
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