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Category Archives: Arte in Toscana

Pittori macchiaioli mare

L'arte dei pittori macchiaioli e il mare toscano si fondono in un'esplosione di colori e paesaggi mozzafiato. Questo articolo esplora come i Macchiaioli, con la loro innovativa tecnica pittorica, hanno catturato la bellezza e l'essenza della costa toscana, creando opere che ancora oggi incantano e ispirano.

Odoardo Borrani e la "scuola novella": Pascolo a Castiglioncello (1861)

Nel 1861, Odoardo Borrani dipinse "Pascolo a Castiglioncello", un'opera che segnò un momento cruciale nella sua carriera. Dopo un soggiorno sull'Appennino Pistoiese con Sernesi, Borrani presentò le sue opere alla Promotrice fiorentina, venendo ascritto da Yorick alla "scuola novella", insieme a Signorini e Cabianca.

La sperimentazione tecnica a Castiglioncello

A Castiglioncello, Borrani approfondì la sua sperimentazione tecnica, raggiungendo risultati di luminosità simili a quelli di Sernesi. In "Pascolo a Castiglioncello", l'artista coniuga l'indagine della natura costiera con l'interesse per la vita dei campi, raffigurando contadini con un'eleganza disegnativa di ispirazione antica. Pittori macchiaioli e il mare.

L'influenza dei maestri del passato e la "sapienza disegnativa"

La "sapienza disegnativa" di Borrani, acquisita dallo studio dei maestri del passato, si manifesta nella definizione dei gruppi compositivi. La sua solidità plastica e le ricerche chiaroscurali sono coerenti con il suo "eccessivo fanatismo per l'arte nuova".

Conclusione

"Pascolo a Castiglioncello" testimonia l'abilità di Borrani nel coniugare l'osservazione del vero con una personale interpretazione della pittura, in linea con i principi della "scuola novella"

Giovanni Costa e la magia di "Una sera in Maremma"

"Una sera in Maremma" (1855) di Giovanni Costa è un olio su tavola che cattura la suggestione di un tramonto maremmano. L'opera, firmata e datata dall'artista, rivela la sua sensibilità nel rappresentare la bellezza del paesaggio toscano.

L'ambientazione e la scoperta di Bocca d'Arno

L'ambientazione è stata identificata come Bocca d'Arno, grazie a studi che hanno analizzato l'architettura raffigurata e alle memorie dell'artista. Il soggiorno di Costa a Marina di Pisa fu cruciale per la sua ricerca cromatica e atmosferica, evidente nelle tonalità dorate del cielo e della vegetazione costiera.

L'influenza di Costa in Toscana e l'eredità artistica

L'influenza di Costa in Toscana, definita da Cecioni "la pagina più bella e più importante della vita artistica del Costa", si manifestò sia nello stile che nell'espressione. L'artista insegnava ai suoi allievi l'importanza della preparazione cromatica. Pittori macchiaioli e il mare.

Conclusione

"Una sera in Maremma" è un capolavoro che testimonia la capacità di Costa di evocare l'atmosfera magica della Maremma, attraverso una profonda ricerca tecnica e una sensibilità artistica unica.

Giuseppe Abbati e la luce di Castiglioncello: "La casa di Diego Martelli" (1862)

Giuseppe Abbati, con "La casa di Diego Martelli a Castiglioncello" (1862), esplora la variazione luminosa sui caseggiati toscani, un tema centrale nella sua opera. Questo olio su tela (21,3x50 cm) cattura la proprietà di Martelli, offrendo una prospettiva ampia e luminosa.

La ricerca di una combinazione di toni personali

Abbati, durante il soggiorno a Castiglioncello, cercava una combinazione di toni personali, come testimonia Martelli. L'artista voleva "dare tutta intera la tonalità del vero" con una tavolozza di "infinite combinazioni".

L'influenza della luce mutevole della costa tirrenica

La luce mutevole della costa tirrenica stimolò Abbati a raggiungere risultati definitivi. In una lettera a Martelli, l'artista si dichiarò "contento dell'opera sua". Questo dipinto è un esempio della sua ricerca sulla luce e del suo stile unico, che lo rende una figura chiave della pittura italiana dell'Ottocento.

Vincenzo Cabianca e la luce di Viareggio: "Spiaggia a Viareggio" (1865)

Vincenzo Cabianca, con "Spiaggia a Viareggio" (1865), dimostra la sua continua esplorazione degli effetti luminosi, iniziata durante il soggiorno a La Spezia. Quest'opera, firmata e datata, cattura la bellezza della costa versiliese, dove Cabianca approfondì il suo studio degli "effetti di sole".

La ricerca del chiaroscuro e dei rapporti di colore

La sua ricerca del chiaroscuro e dei rapporti di colore era "ardita e più che ardita prepotente", come notò Cecioni. Nonostante le critiche di Signorini per gli "eccessi cromatici" in altre opere, in questa marina Cabianca mostra una delicata modulazione delle tonalità, in particolare nel passaggio dai profili montuosi al cielo.

Conclusione

"Spiaggia a Viareggio" testimonia l'originalità di Cabianca nel rappresentare la marina, con un'audacia cromatica e luminosa che lo distingue nel panorama artistico italiano.

Giovanni Fattori e l'anima della costa toscana:

"La libecciata" (1880-1885):

Giovanni Fattori, con "La libecciata", dipinge un paesaggio che è anche uno "stato d'animo". La sua capacità di unire tecnica e espressione raggiunge l'apice nelle marine degli anni Ottanta. La pennellata vibrante dell'opera anticipa le marine-stato d'animo del tardo Ottocento. La lezione di Nino Costa, sull'importanza di catturare l'"impressione della stagione" e il "carattere del paese", è qui pienamente realizzata. Questa opera suscitò l'ammirazione anche di Lloyd, che ne lodò la capacità di catturare l'essenza del mare in tempesta. Pittori macchiaioli e il mare.

"Lungomare di Antignano" (1894):

In "Lungomare di Antignano", Fattori cattura un effetto di pieno sole, mantenendo una colorazione naturale. La sua lettera ad Adele Galeotti rivela i dettagli della creazione di quest'opera, ambientata ad Antignano. Fattori, pur ricercando effetti luminosi, rimane fedele al suo credo realista, evitando alterazioni della gradazione luminosa per effetti spettacolari. La sua condotta artistica, espressa nella polemica contro le sperimentazioni luminose di Muller, enfatizza l'importanza della "forma", del "linguaggio" e del "sentimento" della natura.

"Pescatori all'Antignano" (1895):

Negli anni Novanta, Fattori approfondisce la sua individualità artistica. "Pescatori all'Antignano" mostra la sua capacità di trascrivere sinteticamente il pittoresco litorale livornese. La struttura cristallografica della scogliera, indagata con dedizione, ispira altre vedute. Fattori assembla in quest'opera varie fasi visive, poi sviluppate in singole varianti. La sua condotta luminosa, basata su corretti rapporti chiaroscurali, si contrappone all'"esasperazione tecnica" di Muller. Fattori ricerca la "forma", il "linguaggio" e il "sentimento" della natura.

Altri protagonisti della marina toscana:

Telemaco Signorini, "Vegetazione a Riomaggiore" (1894):

Negli anni Novanta, Signorini si concentra sulla marina, con opere come "Vegetazione a Riomaggiore". La sua ricerca di tagli prospettici audaci e di un'enfasi atmosferica crescente è evidente. In quest'opera, la definizione analitica del fogliame si unisce all'allontanamento prospettico dell'orizzonte, tramite la gradazione delle tonalità.

Pietro Senno, "Il Golfo di La Spezia" (1901):

Pietro Senno, con "Il Golfo di La Spezia", mostra un'evoluzione dal "convenzionalismo accademico" al "verismo". La sua maniera, inizialmente caratterizzata da tonalità cupe ed effetti scenografici, si evolve verso una maggiore sensibilità atmosferica. Senno mantiene un "confine oraziano" tra le conquiste macchiaiole e la condotta accademica, apportando al genere della marina una nota di verisimiglianza.

Tito Conti, "Canale, Viareggio" (1883) e "La Darsena. Viareggio" (1885):

Tito Conti, negli anni Ottanta, adotta una condotta pittorica più personale, in linea con la scuola toscana. "Canale, Viareggio" e "La Darsena. Viareggio" mostrano la sua capacità di rivedere i dettami accademici alla luce di un impegno tecnico moderno. Conti perfeziona la scienza dei rapporti tonali, attingendo a un repertorio tematico brioso e attuale.

Ugo Manaresi, "L'Ardenza" (1892) e "Bagnanti a Quercianella" (1894):

Ugo Manaresi, con "L'Ardenza" e "Bagnanti a Quercianella", dimostra la sua versatilità nel genere della marina. "L'Ardenza" mostra la sua capacità di creare una stesura pittorica personale, con una tecnica luminosa sapiente. "Bagnanti a Quercianella" rivela la sua inclinazione al registro allegorico, unendo mito e realtà.

Adolfo Tommasi, "La diligenza di Castiglioncello" (1880):

Adolfo Tommasi, con "La diligenza di Castiglioncello", mostra la sua riflessione sulle problematiche atmosferiche nella veduta dal vero. La maturazione della sua condotta luminosa gli permette di affrontare il tema della veduta costiera. La scena è animata dall'introduzione di un motivo pittoresco, la carrozza, che contribuisce al fascino cromatico e alla suggestione prospettica.

Vittorio Corcos, "Marina" (1895-1900), "Ada in controluce" (1905), "Castiglioncello" (1910) e "La Coccolì" (1915):

Vittorio Corcos, con le sue marine, esplora diverse sfumature del paesaggio costiero. "Marina" mostra la sua predilezione per situazioni di impatto emotivo. "Ada in controluce" cattura la suggestione di una silhouette ammorbidita dalla luce. "Castiglioncello" rivela la sua capacità di animare la condotta disegnativa con sensibilità atmosferica. "La Coccolì" mostra la sua propensione monumentale e la sua attenzione ai riflessi luminosi. Pittori macchiaioli e il mare.

Alfredo Muller, "I Bagni Pancaldi a Livorno" (1890):

Alfredo Muller, con "I Bagni Pancaldi a Livorno", dimostra il suo aggiornamento tecnico al "nuovo verbo dell'impressionismo luminista monettiano". Quest'opera, "un libro di testo" per molti pittori livornesi, mostra la sua capacità di applicare la "nuova tecnica a piccole pennellate".

Giovanni Bartolena, "Marina a Castiglioncello" (1925-1930):

Giovanni Bartolena, con "Marina a Castiglioncello", mostra il suo amore per il paesaggio costiero. Le sue marine, ambientate tra Chioma e Quercianella, rivelano un ritorno alla tradizione, con un recupero della maniera fattoriana filtrata attraverso la meditazione sui primitivi.

by Valentina