Immensa la Toscana e non per la dimensione geografica, ragguardevole; immensa per i caratteri del paesaggio, delle opere, degli usi, dei prodotti che sono, in una misura senza possibilità di raffronto, "marchiati" appunto dalla presenza continua, avvincente e multiforme, dell'uomo individuo; e quindi, a loro volta, diversissimi e mutevoli. I toscani sono, da sempre, in programmatica polemica l'uno con l'altro, l'uno per l'altro, l'uno contro l'altro. Guelfi e ghibellini: guelfi bianchi e guelfi neri; ghibellini grandi e ghibellini minimi - magnati, mercanti e artigiani; arti maggiori e minori; grassi e minuti; in ogni "fenomeno" di Toscana si evidenzia l'esasperato individualismo, in un continuo sormontarsi, unire e dividere, distinguere, precisare, proporre e contestare. Degli "stanti a sé" le città, i paesi, gli uomini; tre colli uno stato, un pugno di case libero comune, un giuoco il palio. Benedetti. Proprio da questa irriducibile volontà di indipendenza hanno origine le chiese, i palazzi, i monumenti, spinti sempre al meglio per l'affermazione della propria "parte". Non è luogo in Toscana, per quanto piccolo e povero e distante e isolato, in cui non ti attenda la sorpresa di un polittico, di una maiolica, di un affresco, degni, per magnificenza d'arte, di figurare in cattedrali o in raccolte cittadine (ricordi e realizzi in questo momento le parole di Voltaire: essere liberi significa essere capaci). Gli stessi caratteri negli usi - oggetto, al solito, del nostro maggiore interesse - "di tavola". Una cucina dritta, maschia, e senza tentennamenti, da che la si può misurare sulla fiamma odorosa dei legni. Fuori, solo fuori, ovunque vai, non sopporto l'imperio delle sue insegne: ristorante toscano, trattoria toscana, cucina toscana, osteria toscana. Ma come, tu la più semplice delle cucine d'Italia, la più fedele al prodotto primo, siano i fagioli di Sorana e i piselli di Empoli, siano le costate larghe dei "vitelli di valle", tu pronta al compromesso di ogni fuoco "straniero"? Alla malora. Nessuna cucina al pari di questa tutto punta sulle cotture immediate, spiedo e griglia, e tutto sui prodotti di una collina felice; esige di essere gustata in luogo, all'ombra magica dell'olivo delle Serre di Rapolano (ti stupisce il suo olio giallo dorato con riflessi verdognoli, sapido e deliziosamente fruttato, di corpo pieno ma non grasso, libero e spoglio di ogni acidità, vergine davvero di mille e una verginità) o in vista delle vigne, faticose e faticate, delle colline scarse e avare del Chianti. In virtù delle sue eccellenti condizioni ambientali, geologiche e climatiche, la Toscana è tra le regioni italiane meglio disposte alla coltura della vigna. Alcune decine di migliaia di anni fa la Toscana era coperta di grandi laghi e per una larga fascia costiera era sommersa dal mare. Tutti i territori delle sue città più importanti, ad eccezione di quello di Siena, si trovavano allora sott'acqua, mentre le colline alle spalle di Livorno e di Lucca erano isolotti o strisce di terra affioranti in questo mare, tanto che alle loro falde si trovano ancora resti di pesci e di conchiglie, piccoli fossili e perfino ramificazioni di corallo. Grosse isole erano anche il promontorio di Piombino e il monte Argentario Con il prosciugarsi dei laghi e la formazione dei bacini fluviali, la corsa a valle dei fiumi più grossi accumulò poi detriti e depositi alluvionali nelle zone più basse, formando le diverse pianure toscane, quelle in cui oggi sorgono Grosseto, Pisa, Firenze e Pistoia. Con il ritirarsi del mare si depositarono anche lungo la costa larghe fasce di sabbia e argilla (per esempio quella corrispondente alla attuale Versilia) dove l'acqua ristagnava paludosa e infetta condizionando il paesaggio vegetale e l'evoluzione animale, oltrechè naturalmente gli insediamenti umani. Altri acquitrini si formavano intanto anche nell'entroterra, nella Valdichiana e nel Valdarno inferiore tra Bientina e Fucecchio. Nel lungo periodo delle glaciazioni (quaternario antico) piccoli depositi glaciali si formarono sotto le vette più alte dell'Appennino tosco-emiliano e contemporaneamente si verificarono importanti fenomeni vulcanici di cui restano tracce evidenti soprattutto nella parte meridionale della regione, tuttora dominata dal monte Amiata (1770 s.l.m.), grande vulcano ormai spento e punteggiato di formazioni laviche (Roccastrada, Campiglia Marittima, Capraia), di imponenti speroni di tufo (Sorano, Pitigliano) e di riserve di vapore compresso che erompono nei soffioni di Larderello e nelle sorgenti termiche della Val d'Orcia. Nelle varie fasi preistoriche, dal paleolitico medio fino all'età del ferro, gli insediamenti umani hanno lasciato segni numerosi e diffusi (presso Arezzo, in Mugello, nelle Apuane, vicino a Talamone, a Cortona, a Montespertoli, a Pomarance) in grotte e anfratti rupestri. A quell'epoca gli uomini vivevano raggruppati in forme tribali nei boschi presso laghi e corsi d'acqua, in pendii al riparo dai pericoli delle immense e malsane paludi. Su queste genti si innestò, intorno al primo millennio avanti Cristo, la più definita e matura civiltà degli Etruschi Invasori, guerrieri o mercanti industriosi, occidentali o venuti dal lontano oriente, gli Etruschi rappresentarono la prima radice omogenea della regione. Stabilitisi prima tra l'Arno e il Tevere, si espansero in seguito su un territorio molto più vasto dell'attuale Toscana, comprendente anche l'Umbria e parte del Lazio, spingendosi a nord fino alla odierna Liguria. Il primo contributo della Toscana alla civiltà europea è contraddistinto dalla straordinaria inventiva e dalla imprenditorialità del popolo etrusco. Lo sfruttamento delle fertili vallate e delle miniere metallifere, unitamente allo sviluppo mercantile, caratterizzarono fortemente la civiltà di questo popolo ricco di immaginazione, di religiosità e di estro artistico. Agli Etruschi si devono la prima organizzazione politica, il primo sviluppo civile e il primo sistematico sfruttamento economico del territorio toscano. Essi trasformarono i dispersi abitati preistorici in città la cui vita si è sviluppata nei secoli fino all'età contemporanea. Città come Chiusi, Volterra, Cortona, Arezzo, Fiesole, Artimino, Comeana hanno una continuità di tre millenni che, a parte la Grecia, non può vantare nessun'altra regione d'Europa. Gli Etruschi non formarono mai un vero e proprio stato unitario; il loro sistema si fondò (come peraltro quello dei Greci) sulla coesistenza di città autonome e talora persino in lotta tra loro. Tuttavia era presente, in questo popolo, un forte sentimento di unità nazionale e religiosa; nel VII secolo a.C. l'egemonia etrusca si estese su gran parte dell'Italia centrosettentrionale (lambendo anche la pianura padana) giungendo anche a controllare la Corsica. I caratteri di questa civiltà si stemperarono però rapidamente. Già nel V secolo cominciò la decadenza, dovuta alla incapacità di resistere alle forti pressioni provenienti sia dal mare (ad opera dei Greci e dei Cartagine), sia da terra (da parte dei Galli e dei Romani). Ritiratisi progressivamente, gli Etruschi soggiacquero infine alla supremazia di Roma. I Romani imposero il loro dominio in Toscana già agli albori del III secolo a.C., tra le ultime guerre sannitiche e la prima guerra punisca. Anche se a tratti ostacolata o rallentata da alleanze degli Etruschi con in Galli, la conquista fu peraltro favorita, non di rado, dalla amicizia di alcune città etrusche come Arezzo, Cortona e Perugia. Non può dirsi, tuttavia, che la romanizzazione estinse completamente la grande civiltà preesistente sul suolo di Toscana, poichè non poco di essa trapassò nei nuovi conquistatori. Il ceto dominante etrusco fu gradualmente assorbito nella romanità, anche per la lingua: nell'ultimo secolo a.C. l'etrusco è quasi interamente soppiantato dal latino, a causa delle forti immigrazioni di coloni che innovarono profondamente le città vecchie o ne fondarono di nuove. Nel primo secolo della dominazione la regione continuò a prosperare favorita dal governo romano. Il territorio fu in gran parte ordinato secondo il sistema della federazione, che lasciava una certa autonomia formale alle città e che durò fino alla concessione della cittadinanza romana a tutte le genti italiche (91 a.C.). Roma diede inoltre particolare impulso alle opere pubbliche e specialmente alle grandi vie di comunicazione che congiungevano l'Urbe all'Etruria e, di qui, alla Gallia cisalpina. Tra queste la via Aurelia (lungo il mare), la Clodia (che da Veio si allacciava all'Aurelia), la Cassia (da Roma a Fiesole) e la Flaminia (che per Arezzo attraversava l'Appennino scendendo nell'Emilia). Ciò nonostante, nell'ultimo periodo dell'età repubblicana l'Etruria andò incontro ad un decadimento sempre più marcato. Fattori di tale decadimento furono sia le guerre civili dei Romani (che ebbero teatro proprio in Etruria), sia il flagello della malaria, molto diffusa sulla fascia costiera. A ciò si aggiunse la crisi della coltura a grano (non più redditizia per le importazioni dall'Oriente e dall'Egitto) e dell'industria mineraria. All'inizio dell'età imperiale l'Etruria appariva dunque una regione in forte declino e soggetta ad un progressivo spopolamento. L'imperatore Augusto cercò, con opportune leggi, di risollevare le sorti della regione costituendo nell'Etruria la "VII regione", avente per confine settentrionale l'appennino tosco-emiliano e per confine meridionale il fiume Tevere. Alla fine del III secolo l'imperatore Diocleziano introdusse un nuovo ordinamento: l'Etruria (che già veniva chiamata "Tuscia") venne unita amministrativamente all'Umbria. A capo della regione fu posto un "Corrector", che aveva sede a Florentia. In seguito, sul finire dell'impero, la parte nord dell'Etruria fu poi unita all'Emilia. Le prime orde barbariche rappresentarono per la Toscana solo tempeste passeggere. Un'era nuova per la Toscana si aprì con la conquista longobarda, che conferì alla regione una importanza politica e militare come terra di confine verso i domini bizantini. Gli insediamenti longobardi nella Toscana furono relativamente intensi nella Lucchesia, nella Garfagnana, nella Lunigiana, nel Pistoiese, nel Pratese, nel Senese e nel Chiusino. Il dominio longobardo portò anche una piccola rivoluzione stradale. La via Cassia, troppo esposta agli attacchi bizantini e resa difficile dall'impaludamento della Chiana, fu sostituita da un nuovo percorso (quello attuale) per Radicofani, Siena, la Valdelsa, Lucca. Ciò significò l'inarrestabile decadimento di Chiusi, una certa eclissi di Firenze e il progredire di Siena. La nuova via divenne, insieme con la Flaminia, la più importante dell'Italia centrale, percorsa da pellegrini (donde il nome di via Romea o Francigena) e anche da grandi personaggi. Il percorso fu punteggiato da ospizi e vigilato, nel tratto più difficile, dall'abazia di San Salvatore sul monte Amiata, allora il più grande centro monastico della Toscana. Il dominio franco (774 - 888) non alterò sostanzialmente questa situazione. Ai signori longobardi si sostituirono o si aggiunsero signori franchi o anche di altre stirpi germaniche. Frattanto la zona costiera cadeva sempre più in abbandono, anche per le incursioni dal mare dei saraceni e dei normanni. Solo Pisa resistette, tenendo i contatti con la Corsica e la Sardegna. La Toscana feudale non fu mai un aggregato politico unitario, specie dalla metà dell'XI secolo quando singole città (come Pisa, Siena, Firenze, Pistoia, Prato e Arezzo) cominciarono ad emergere e a rappresentare istanze proprie. Lucca declinò rispetto a Pisa, la quale ottenne successi navali contro i saraceni d'Africa e di Spagna. In quel tempo la Toscana era percorsa da nuovi fermenti politici e religiosi (nacquero due nuovi ordini religiosi, quello dei camaldolesi e quello dei vallombrosani). La Toscana stava cambiando volto: le città cominciavano a battere vie proprie, ed anche ad ingaggiare guerre proprie (Pisa contro Lucca, Firenze contro Fiesole, Siena contro Arezzo). La feudalità cedeva progressivamente alla forza espansiva delle città. Nel XII secolo il processo di frantumazione della Toscana in tante città-stato era ormai compiuto, non ostacolato né dalla resistenza di qualche vescovo né dall'energica politica imperiale di Federico Barbarossa e di Enrico VI. Fino ai primi decenni del XIII secolo Pisa fu all'avanguardia delle città toscane, mentre Lucca segnava il passo. Siena, peraltro, precedeva ancora Firenze nelle grandi speculazioni dei suoi banchieri che intrecciavano rapporti sia con la curia papale che con i signori di Francia e Inghilterra. Firenze, tuttavia, ascendeva lentamente ma inarrestabilmente verso un ruolo egemone, sviluppando le sue industrie e i suoi commerci (tra cui l'industria tessile). Le tensioni si accrebbero e si complicarono, mentre Federico II tendeva ad utilizzare le città toscane come punto di forza per la sua politica contro il papato. Con la scomparsa di Federico II (1250) esplosero infine le forze popolari e si verificarono veri e propri rivolgimenti costituzionali, contraddistinti dalla presenza, nei governi cittadini, delle organizzazioni artigiane. L'affermazione dei governi popolari, dopo un periodo di forti pressioni imperiali (ghibelline), finì per identificarsi con il guelfismo. Nel decennio 1250-1260 Firenze fu alla testa delle città guelfe. Un governo energico e ricco di iniziative favorì il primato fiorentino in campo finanziario ; inoltre, sviluppandosi l'industria tessile associata alla speculazione bancaria, si verificò a Firenze l'unico esempio di impresa capitalistica del medioevo. Il primato economico di Firenze in Toscana (e la sua importanza anche a livello internazionale) è simboleggiata, in quegli anni, dalla coniazione del fiorino d'oro. Delle due antiche rivali, Siena entrò in una fase di lento declino mentre Pisa subì la disfatta sul mare della Meloria, stentando poi a ritrovare fortuna in una politica di terraferma.Prato si affacciò sui mercati europei con i pannilana prodotti dagli artigiani locali. Il primato di Firenze cominciò ad estendersi anche nel campo della cultura e dell'arte. grave l'età del "dolce stil novo", l'età di Dante. Siamo alla fine del medioevo, siamo in presenza di una civiltà nuova, tipicamente laica e borghese. Qui ci sono i germi della nazione italiana la quale, in assenza di una unità politica, per secoli e secoli si riconoscerà nella propria lingua e nella propria civiltà letteraria. In tal senso il ruolo della Toscana, e di Firenze in particolare, risulta fondamentale. Per quanto sia ancora lontana dal dominare tutta la Toscana, d'ora in poi la storia di Firenze è ormai la storia dell'intera regione. Nel 1406 Firenze assoggetta definitivamente Pisa, mentre Prato era passato sotto il suo dominio politico nel 1351. Poco dopo è la volta di Livorno (ancora un piccolo porto), mentre né la Lucca dei Guinigi né la Siena dei Petrucci possono più gareggiare con gli splendori dell'umanesimo fiorentino, con il fervore creativo dei suoi cenacoli letterari e filosofici. Col rinascimento si afferma coscientemente la centralità dell'uomo e della natura (elementi già percepibili nel secolo precedente). Quanto più la società civile e l'economia si affrancano dalle catene della dottrina ecclesiastica e dal dominio feudale, tanto più l'uomo si rivolge con decisione e consapevolezza alla immediata realtà della percezione fisica e sensoriale. La Toscana diviene la più grande officina di idee e di invenzioni. I rigidi schemi del passato cedono il passo ad un linguaggio libero, limpido, ben articolato. Un arricchimento culturale così ampio e profondo non trova riscontro in nessun altra parte del mondo di allora. Il secolo XV è contrassegnato dalla ascesa della famiglia dei Medici (originaria del Mugello), la quale acquista in Firenze un ruolo egemonico fino ad impadronirsi pienamente del potere politico. Abbattute le famiglie rivali (tra cui gli Albizzi) nel 1434 l'oligarchia si trasforma di fatto, anche se non ancora di diritto, in una vera e propria signoria. I Medici governano con splendore, dando incremento vastissimo al commercio, all'industria, alle arti e alle lettere, il che porta Firenze ad essere capitale ricca e vivace di un vasto territorio e centro culturale ineguagliabile. Con i suoi 100.000 abitanti (Londra ne conta appena 40.000!), la città toscana è a quell'epoca uno dei più grandi centri del mondo, paragonabile all'odierna New York. Sul piano politico, civile e culturale, la trasformazione delle vecchie istituzioni in un potere nuovo e più chiaramente personale è compiutamente incarnata da Lorenzo de'Medici, detto "Il Magnifico", nipote di Cosimo il Vecchio e che assume il potere nel 1469. La saggia politica di equilibrio che egli conduce nei rapporti con gli altri Stati garantisce un lungo periodo di pace e di prosperità, mentre la sua personale inclinazione alle cose d'arte e il suo mecenatismo fanno sì che Firenze raggiunga in quegli anni il massimo splendore. Il volto della città si trasforma. I nuovi ideali si concretizzano non solo nella edificazione di un grande apparato architettonico, monumentale e decorativo, ma nella collocazione di tutto ciò all'interno di un tessuto urbano ridisegnato secondo la nuova concezione di vita. Protagonisti di questo nuovo modo di pensare sono Filippo Brunelleschi (si può dire che con lui nasce l'architettura moderna), Donatello, Alberti, Ghiberti, Masaccio, Botticelli, Piero della Francesca e lo stesso Leonardo da Vinci. Durante il gran conflitto europeo fra monarchia francese e monarchia austro-spagnola, nella prima metà del XVI secolo la Toscana potè serbare una sua formale indipendenza soprattutto grazie alla accorta politica di due papi medicei nepotisti (Leone X e Clemente VII) e di quella del loro nipote Cosimo I. In un mondo diviso tra grandi e potenti Stati centralizzati la Toscana stenta a conservare un ruolo primario. Agli inizi del XVII secolo la "virtù" fiorentina si indebolisce in tutti i campi. La vita intellettuale ed artistica continua a fiorirvi, ma già da tempo i papi medicei tendono a spostare a Roma il centro della cultura attirandovi il genio fiorentino (è a Roma che nel 1564 muore Michelangelo, l'ultimo grande fiorentino con il quale si chiude il periodo splendido di Firenze). Peraltro dei sette granduchi medicei sono pochi i principi di rilievo. Tra questi Ferdinando I (1587 - 1609), che continua in tutti i sensi la politica del grande Cosimo I e dà nuovo impulso all'opera storicamente più importante del Granducato: il porto di Livorno. Questo, grazie ad una politica di libera apertura alle navi e alle merci straniere, salì rapidamente al ruolo di importante emporio mediterraneo. Livorno divenne la seconda città del granducato, dopo Firenze, per numero di abitanti ed operosità delle imprese. Intanto Prato con la sua fiorente attività tessile aveva aumentato prestigio nel Granducato e sui mercati italiani ed europei, malgrado le leggi protettive medicee a favore delle manifatture tessili fiorentine il lanificio pratese seppe adattarsi alle nuove regole produttive e proseguì la sua ascesa fino a far diventare la città il più importante centro tessile della Toscana. Firenze, come centro manifatturiero, manteneva una certa superiorità sulle altre città anche grazie ai privilegi concessi a favore delle corporazioni artigiane. Negli altri centri l'amministrazione rimase incentrata in una oligarchia che si restrinse sempre più in un piccolo patriziato cittadino, che via via si insignì di titoli nobiliari (conti, marchesi, baroni). Gli elementi più vivaci di questo patriziato si impegnarono occasionalmente in imprese contro i Turchi (che vide la Toscana alleata dell'Impero) o per la difesa della libertà di navigazione nel Tirreno (in accordo con l'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano con sede a Pisa). Alcuni principi medicei ebbero propensione per gli studi, promossero ricerche e raccolte di opere d'arte. A Firenze si sviluppò un nuovo ambiente, quello delle Accademie, che riunivano studiosi attenti assiduamente impegnati nel fissare le norme dei generi artistici e letterari. Da allora le Accademie fiorirono nel mondo intero. Tra quelle sorte a Firenze, la più nota fu (ed è ancora) l'Accademia della Crusca, che nel 1612 pubblicò il primo vocabolario della lingua italiana. Non si devono dimenticare le tre Università toscane. Tra queste, nel seicento, la più viva fu certo Pisa, favorita anche dalla generosità del granduca Ferdinando II (1621 - 1670) che protesse il grande pisano Galileo Galilei Per tutto il seicento la dinastia medicea va indebolendosi fin quando, agli inizi del '700, il granducato di Toscana diventa un problema europeo. Infatti nessuno dei due figli di Cosimo III (1670 - 1722) aveva eredi. Quando nel 1737 morì Gian Gastone, l'ultimo dei Medici, furono le grandi potenze a decidere: la Toscana sarebbe stata data a Francesco Stefano, ex duca di Lorena e consorte di Maria Teresa d'Asburgo, l'unica figlia dell'imperatore Carlo VI. Questi, tuttavia, si limitò ad una visita solenne a Firenze nel 1739 (di cui rimane memoria nell'arco di trionfo della Porta San Gallo), affidando poi la cura del granducato ad un Consiglio di reggenza e ad un esercito composto di lorenesi e lombardi. Il granducato perde così ogni autonomia e diviene un satellite dell'impero. Ma nella seconda metà del settecento il risveglio spontaneo di forze indigene, non ostacolato dai governatori reggenti, fa sì che la Toscana cominci a risollevarsi dal torpore in cui era caduta sotto gli ultimi granduchi medicei. Nel 1753 nomi illustri del patriziato e della borghesia intellettuale danno vita alla Accademia dei Georgofili, mediante la quale si esprimono gli interessi di una Toscana non più manifatturiera e mercantile ma essenzialmente agraria. Con Pietro Leopoldo (1765 -1790) il granducato di Toscana, secondo-genitura della casa degli Asburgo-Lorena, acquista una vera autonomia. In una Toscana in cui l'agricoltura è divenuta l'attività principale, mentre l'industria e il commercio perdono di importanza ad eccezione del territorio pratese ormai vocato all'attività tessile ed alla commercializzazione dei suo prodotti, il granduca introduce una serie di riforme. Nel 1770 viene istituita, tra l'altro, una Camera di Commercio delle Arti e delle Manifatture, la prima in Italia. Ferdinando III, successore di Pietro Leopoldo (che nel 1790 è divenuto imperatore), non riuscì ad impedire l'occupazione dell'intera Toscana da parte delle truppe francesi di Napoleone. Questa occupazione durò dal 1799 al 1814. Dapprima (nel 1801) Firenze fu capitale del regno d'Etruria (che Napoleone cedette ai borboni di Parma), in seguito (nel 1807) la Toscana, unita al grande impero francese, fu divisa in tre dipartimenti, i quali furono poi di nuovo riuniti in un unico granducato (affidato da Napoleone alla sorella Elisa Baciocchi). La restaurazione del 1814 fu gestita da Ferdinando III, che finì con l'annientare ogni libertà comunale nominando egli stesso i gonfalonieri delle città. Ma l'occupazione francese aveva introdotto nelle nuove classi colte del paese il fermento della libertà e dell'indipendenza nazionale, cui i granduchi erano contrari (essendo legati alla politica austriaca). L'opinione pubblica, quindi, comincia progressivamente a distaccarsi da essi. Nel 1819 Giampiero Vieusseux fonda a Firenze l'omonimo gabinetto di lettura e di discussione, che diventa ben presto il centro delle nuove idee basate sul desiderio di indipendenza nel quadro di una Italia unitaria. Firenze, per la forza di queste idee ed anche per la sua eccezionale tradizione, torna ad essere il centro intellettuale d'Italia ed uno dei più importanti d'Europa. A Firenze soggiornano tutti gli ingegni della Giovane Italia (tra i quali Foscolo, Manzoni, Leopardi, Tommaseo), ma anche illustri stranieri come Chateaubriand, Shelley, Byron, von Platen. Dal 1824 il nuovo granduca Leopoldo II si sforza di fare della Toscana uno Stato moderno bonificando la Maremma, stimolando i commerci di Prato e di Livorno ,sovvenzionando la costruzione di linee ferroviarie e, addirittura, facendo costruire tra Firenze e Pisa (nel 1846) la prima linea telegrafica d'Italia. Ma tra Leopoldo e il suo popolo si è aperto un solco non più colmabile. Durante la sollevazione del 1848 il granduca fugge a Roma e poi a Gaeta. L'anno dopo torna a Firenze con l'appoggio delle truppe austriache, ma dovrà rassegnarsi ad un esilio definitivo quando, nel 1859, scoppia la guerra tra il re di Sardegna (sostenuto dalla Francia) e l'Austria. A Firenze si costituisce un governo provvisorio e, nel 1860, viene organizzato da Bettino Ricasoli un plebiscito che sancisce l'annessione dell'intero paese al regno di Sardegna-Piemonte. Così il 16 aprile 1860 Vittorio Emanuele II fa il suo ingresso i Firenze, che abbandona coscientemente la propria tradizione di libertà per confluire nella grande patria comune. La città si afferma immediatamente come uno dei centri essenziali dell'Italia unita. Nel 1861 viene allestita a Firenze la prima esposizione italiana dell'industria e dell'artigianato. Nasce il quotidiano "La Nazione", dal titolo significativo. Qualche anno più tardi (nel 1865) Firenze diviene la prima capitale del regno d'Italia. Pochi anni dopo, tuttavia, la capitale e il governo si trasferiscono a Roma, e Firenze ridiviene un centro regionale dove hanno sede l'arcivescovo, una Corte d'Appello, un comando di corpo d'armata, un Provveditore agli studi. Dato che la Toscana è un paese essenzialmente agricolo, Firenze è soprattutto un grande mercato di vino, di olio, di granaglie e di bestiame. Si sviluppano, però, anche alcune industrie importanti come la fonderia del Pignone (che utilizza il ferro dell'isola d'Elba) e la fabbrica di ottica e strumenti di precisione che prende il nome di Galileo. Frattanto Firenze si trasforma, realizzando le sistemazioni previste dall'architetto Giuseppe Poggi, tra cui la cerchia dei viali di circonvallazione. La qualità della Università attira eminenti studiosi, grazie alla presenza dei quali Firenze continua ad essere il vero centro intellettuale d'Italia. Insieme a Milano, Firenze è anche uno dei due centri dell'editoria italiana. L'artigianato fiorentino conserva una qualità inimitabile e si esprime in prodotti come i ricami, le pelli lavorate, le ceramiche, le sculture, i mosaici, i legni scolpiti, i metalli lavorati, i vetri artistici e la celeberrima paglia intrecciata. A Prato, dalla metà del secolo, l'attività tessile assume la dimensione d'industria moderna per effetto della rivoluzione industriale che porta sostanziali innovazioni sui macchinari e sulle tecnologie. Nel primo decennio del secolo XX la vita intellettuale in Toscana, che era stata florida nel granducato lorenese e che aveva poi ceduto un poco a Roma, Milano e Napoli, si riprese grazie a movimenti non soltanto letterari ma anche apertamente politici, promossi da riviste fiorentine di livello nazionale come "La Voce" di Prezzolini e Papini o "Il Regno" di Corradini. L'allargamento del diritto di voto, fino al suffragio universale, irrobustì le posizioni di sinistra in molti comuni medi e rurali, mentre le forze cattoliche si accordavano con quelle liberali contro il pericolo socialista che appariva particolarmente grave a causa della crescente industrializzazione del paese (i cantieri Orlando a Livorno, i lanifici di Prato, le cartiere della Lima, l'industria di Larderello etc..). Tuttavia i conflitti di classe, il sorgere delle prime amministrazioni comunali socialiste, l'ascesa di nuove forze politiche e il declino di altre non costituirono un ostacolo al progresso generale della regione che, come tutta l'Italia, beneficiò del periodo d'oro dei primi lustri del secolo. La prima guerra mondiale (1914 - 1918), che sorprese la Toscana in una fase di notevole sviluppo industriale, ebbe una serie di ripercussioni economiche e politiche che dettero origine a un periodo di violente agitazioni, comuni alla maggior parte d'Italia. Dopo il 1922 anche la Toscana si adattò alla dittatura fascista. I coraggiosi tentativi di opposizione (tra cui quello della rivista "Non mollare") si esaurirono rapidamente sotto la violenza delle persecuzioni che culminarono nel 1925 a Firenze con una serie di uccisioni. Nella seconda guerra mondiale (1940 - 1945) anche le città toscane furono esposte quasi tutte ai bombardamenti, con danni notevoli specialmente a Livorno, Pisa e Firenze. Le disgraziate vicende militari, e la sensazione del crollo imminente del fascismo, accelerarono la ricostituzione clandestina dei vari partiti e l'inizio di una lotta decisa che, dopo l'8 settembre 1943, divenne lotta contro i tedeschi. Le popolazioni toscane, sia cittadine che rurali, diedero un grande contributo di coraggio e di sangue alla resistenza, e anche in Toscana non mancarono episodi di feroce rappresaglia contro i partigiani. Ristabilita la pace, nel referendum del 1946 la Toscana si pronunciò a larga maggioranza a favore della istituzione della repubblica. Da allora la regione ha dato un contributo notevole di uomini che hanno spesso ricoperto posizioni di primo piano nella vita politica nazionale. Sul piano economico, i successi della piccola e media industria e dell'artigianato hanno consolidato il prestigio della Toscana a livello internazionale. Ma una delle più fiorenti attività della Toscana contemporanea è il turismo, i cui punti di forza sono costituiti, oltre che dalla bellezza e varietà dell'ambiente, dalla grandezza che le hanno dato gli alti ingegni dei secoli passati. Ai ricchi viaggiatori del settecento e ai letterati, artisti ed esteti dell'ottocento si succedono, oggi, folle di turisti che vengono a contemplare alcune delle opere più meravigliose dell'uomo. La Toscana di oggi ha conservato, modificandolo, il suo carattere universale il quale non dipende più tanto dalla espansione dei suoi mercati e dei suoi prodotti quanto dalla qualità umana dei capolavori che custodisce e dalla varia origine delle folle che la visitano.

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Musei a Pisa

ARCHAEOLOGY University of Pisa Collections of Egyptology Pisa - Dipartimento di Scienze Storiche, via S. Frediano, 12 Phone 050/598647 - 911579 ART Museum of Sinopites Pisa - p.zza Duomo Phone 050/560547 ART National Museum Pisa - Lungarno Pacinotti, 46 Phone ART St. Matthew National Museum Pisa - p.zza San Matteo, 1, lungarno Mediceo Phone 050/541865 ART AND ARCHAEOLOGY Plaster Gallery of the Archaeology Department Pisa - Palazzo Ricci, via Santa Maria, 8 Phone 050/911650-911652 ART AND ARCHAEOLOGY The Cathedral Vestry Board Museum Pisa - p.zza Duomo Phone 050/560547 ART AND ARCHAEOLOGY The Old Churchyard Museum Pisa - p.zza Duomo Phone 050/560547 SPECIALIZED MUSEUM Domus Mazziniana (Mazzini's House) Pisa - via Mazzini, 71 Phone 050/24174 SPECIALIZED MUSEUM National Museum of Calculating Devices Pisa - via Nicola Pisano, 25 Phone 050/911212-911247 (Physics Dep. of the Univ. of Pisa) SCIENCE AND TECHNOLOGY Anatomy Museum of the School of Veterinary Science Pisa - Dip. di Anatomia, Biochimica e Fisiologia veterinaria, v.le delle Piagge, 2 Phone 050/570715 SCIENCE AND TECHNOLOGY Museum of the Institute of Normal Human Anatomy Pisa - via Roma, 55 Phone 050/560475 PROVINCE OF PISA ART Museum of Religious Art Bientina (Pisa) - Pieve di Bientina Phone 0587/755513 (Parish) ART National Museum of the Carthusian Monastery Calci (Pisa) - Certosa di Calci, via Roma, 79 Phone 050/938430 NATURAL HISTORY Museum of Natural History and the Territory Calci (Pisa) - Certosa di Calci, via Roma, 79 Phone 050/936193 ART AND ARCHAEOLOGY F. Baldinucci Castle and Municipal Museum Lari (Pisa) - p.zza del Castello, 1 Phone 0587/684126 (Private) 684112 (Town Hall) ANTHROPOLOGY Permanent Exhibition of Rural Civilization Montefoscoli (Pisa) - via A. Vaccr, 49 Phone 0587/657014 (private) ANTHROPOLOGY Museum of Labour and Rural Civilization Palaia (Pisa) - loc. S. Gervasio di Palaia, via Palaiese, 30 Phone 0587/484361 SPECIALIZED MUSEUM The Icon Museum Peccioli (Pisa) - Palazzo pretorio, p.zza Domenico da Peccioli Phone 0587/672877 (Museum) 67261 (Town Hall) HISTORY Bicocchi Museum Pomarance (Pisa) - Palazzo Bicocchi, via Roncalli Phone 0588/65022 (Town Hall) SCIENCE AND TECHNOLOGY Museum of Geothermics Pomarance (Pisa) - loc. Larderello, p.zza Paolina Phone 0588/67724 ARCHAEOLOGY Archaeology Museum San Miniato (Pisa) - ex Frantoio, via San Ridolfo, 3 Phone 0571/400312 ART Art Collection of the Archconfraternity of Mercy San Miniato (Pisa) - Palazzo Roffia, via Augusto Conti 40/42 Phone 0571/42276 ART Conservatory of St. Clara San Miniato (Pisa) - via Roma Phone 0571/401047 ART Diocesan Museum of Religious Art San Miniato (Pisa) - p.zza Duomo Phone 0571/418071 (Diocesan Curia) SPECIALIZED MUSEUM Academy of the Euteleti San Miniato (Pisa) - Palazzo Migliorati, via XX Settembre, 21 Phone 0571/401047 ARCHAEOLOGY M. Guarnacci Etruscan Museum Volterra (Pisa) - Palazzo Desideri-Tangassi, via Don Minzoni, 15 Phone 0588/86347 ART Diocesan Museum of Religious Art Volterra (Pisa) - Palazzo Vescovile, via Roma, 13 Phone 0588/86290 ART Picture Gallery and Municipal Museum Volterra (Pisa) - Palazzo Minucci Solaini, via dei Sarti, 1 Phone 0588/87580

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Musei a Lucca

ART Palazzo Mansi National Museum and Gallery Lucca - Palazzo Mansi, via Galli Tassi, 43 Phone 0583/55570 ART The Cathedral Museum Lucca - via dell'Arcivescovado Phone 0583/490530 ART The Plaster Cast Gallery of the A. Passaglia School of Art Lucca - p.zza Napoleone, 29 Phone 0583/492776 ART AND ARCHAEOLOGY Villa Guinigi National Museum Lucca - via della Quarquonia Phone 0583/496033 NATURAL HISTORY Municipal Museum of Natural History of the N. Machiavelli High School Lucca - Palazzo Lucchesini, via degli Asili, 35 Phone 0583/46471 SPECIALIZED MUSEUM Puccini's House Lucca - loc. Corte di S. Lorenzo, via di Poggio, 9 Phone 0583/584028 HISTORY Museum of 1943-1945 Liberation Lucca - Palazzo Guinigi, via Sant'Andrea, 43 Phone 0583/3420010-490294 (Private) HISTORY Museum of Risorgimento Lucca - Palazzo della Provincia, Cortile degli Svizzeri, 6 Phone 0583/91636-955765 PROVINCE OF LUCCA ART AND ARCHAEOLOGY Museum of Old Altopascio's Object History Altopascio (Lucca) - p.zza Ospitalieri Phone 0583/216280 (Municipal Library) 216455 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Territorial Museum of History and Archaeology Bagni di Lucca (Lucca) - loc. Bagno alla Villa, Villa Webb Phone 0583/809925 (Culture Office) SPECIALIZED MUSEUM The Casino Museum Bagni di Lucca (Lucca) - loc. Ponte a Serraglio, Regio Casinn, via del Casinn Phone 0583/809925 86179 (Culture Office) SPECIALIZED MUSEUM The Spa Museum Bagni di Lucca (Lucca) - loc. Bagno alla Villa, Villa Webb Phone 0583/809925 (Culture Office) ARCHAEOLOGY Barga's Territory Municipal Museum Barga (Lucca) - Palazzo Pretorio, p.le Arringo Phone 0583/711100 (Museum) 724770 (Culture Office) SPECIALIZED MUSEUM G. Pascoli House Barga (Lucca) - loc. Castelvecchio Pascoli, via Caprone, 4 Phone 0583/766147 ARCHAEOLOGY Archaeology Museum Camaiore (Lucca) - Palazzo Tori-Massoni, via Vittorio Emanuele, 181 Phone 0584/986335 (Town Hall) ART Museum of Religious Art Camaiore (Lucca) - via IV Novembre, 71 Phone 0584/982120-989851 ART AND ARCHAEOLOGY Municipal Collection and Renaissance Ceramics Camporgiano (Lucca) - Rocca Estense, p.zza S. Giacomo Phone 0583/618888 (Town Hall) ART Villa Mansi Capannori (Lucca) - loc. Segromigno in Monte, via delle Selvette, 257/259 Phone 0583/920096 ART Villa Torrigiani Capannori (Lucca) - loc. Camigliano Phone 0583/928041-928008 ANTHROPOLOGY Permanent Ethnographical Exhibition for a Rural Museum of Lucca's Plain Capannori (Lucca) - via Romana, 16 Phone 0583/935808 (Private) 935494 (Association) ARCHAEOLOGY "The Mesolithic" Permanent Exhibition of Archaeology Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) - via Vallisneri, 10 Phone 0583/62746 (Culture Office) ARCHAEOLOGY The Apuan Ligurians Permanent Exhibition of Archaeology Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) - Rocca Ariostesca, piazzetta Ariosto, 1 Phone 0583/62746 (Culture Office) ANTHROPOLOGY Don Luigi Pellegrini Ethnography Museum Castiglione di Garfagnana (Lucca) - fraz. San Pellegrino in Alpe, via del Voltone, 14 Phone 0583/649072 (Museum) 68604 (Museum Attendant) SPECIALIZED MUSEUM The Emigration and Plaster Statuette Museum Coreglia Antelminelli (Lucca) - Palazzo Vanni, via del Mangano, 17 Phone 0583/78082 ARCHAEOLOGY Museum of Antiquities Massarosa (Lucca) - loc. Massacciuccoli, via Pietra a Padule Phone 0584/975866 (Museum) 93296 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM The Chestnut Tree Museum Pescaglia (Lucca) - loc. Colognora Phone 0583/358159 (Museum) 954465 (Private) SPECIALIZED MUSEUM The Puccinis' House Pescaglia (Lucca) - fraz. Celle dei Puccini, via Meletori, 27 Phone 0583-359154 (Private) ARCHAEOLOGY B. Antonucci Archaeology Museum of Versilia Pietrasanta (Lucca) - Palazzo Moroni, p.zza Duomo, 1 Phone 0584/791122 (Municipal Library) 795289 (Museum) ART The Model Museum Pietrasanta (Lucca) - ex Convento di S. Agostino, via Sant'Agostino, 1 Phone 0584/791122 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM Giosuè Carducci's Birthplace Pietrasanta (Lucca) - loc. Valdicastello Carducci, via Comunale, 138 Phone 0584/791122 (Municipal Library) ARCHAEOLOGY Archaeology Educational Exhibition Porcari (Lucca) - via Roma, 28 Phone 0583/211832 (Municipal Library) NATURAL HISTORY "Parco dell'Orecchiella" Natural History Museum S. Romano di Garfagnana (Lucca) - loc. Orecchiella Phone 0583/619098 (Museum) 65169 (Information Office) ANTHROPOLOGY The Versilia Museum of Labour and Folk Traditions Seravezza (Lucca) - Palazzo Mediceo, via del Palazzo Phone 0584/756100 (Municipal Library) HISTORY Historical Museum of the Resistance Stazzema (Lucca) - loc. Sant'Anna di Stazzema Phone 0584/772025 (Museum) 77521 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Villa Paolina Municipal Museums: A.C. Blanc Museum of Prehistory and Archaeology Viareggio (Lucca) - Villa Paolina, via Machiavelli, 2 Phone 0584/961076 ART Villa Paolina Municipal Museums: L. Viani Gallery Viareggio (Lucca) - Villa Paolina, via Machiavelli, 2 Phone 0584/961076 SPECIALIZED MUSEUM Puccini Museum Viareggio (Lucca) - loc. Torre del Lago Puccini, v.le Puccini, 264 Phone 0584/341445

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Musei a Livorno

ART G. Fattori Municipal Museum Livorno - Villa Mimbelli, via San Jacopo in Acquaviva, 63 Phone 0586/808001-804847 NATURAL HISTORY Provincial Museum of Natural History Livorno - Villa "Henderson", via Roma, 234 Phone 0586/802294 SPECIALIZED MUSEUM Mascagni Museum Livorno - Castelletto di Villa Maria, via Ranieri Calzabigi, 54 Phone 0586/852695 (Museum) 862063 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM The Ex Voto Collection Livorno - loc. Montenero, Santuario di Montenero, p.zza di Montenero, 9 Phone 0586/579033 SPECIALIZED MUSEUM The Jewish Museum Livorno - Centro di documentazione di cultura ebraica, via Micali, 21 Phone 0586/896290 PROVINCE OF LIVORNO SPECIALIZED MUSEUM The Menu Museum Bolgheri (Livorno) - via dei Colli, 3 Phone 0565/762007 ANTHROPOLOGY The Labour Museum Campiglia Marittima (Livorno) - fraz. Venturina, via della Fiera Phone 0565/855125 (Museum) 852781 (Private) SPECIALIZED MUSEUM Carducci's House Castagneto Carducci (Livorno) - via Giosuc Carducci, 1 Phone 0565/763624 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Museum of Etruscan and Roman Archaeology Cecina (Livorno) - loc. S. Pietro in Palazzi, "La Cinquantina", via Guerrazzi Phone 0586/660411(Museum) 680145 (Municipal Library) ANTHROPOLOGY Museum of Northern Maremma Life and Labour Cecina (Livorno) - loc. S. Pietro in Palazzi, "La Cinquantina", via Guerrazzi Phone 0586/660411(Museum) 680145 (Municipal Library) ARCHAEOLOGY Municipal Museum of Archaeology Marciana (Livorno) - Isola d'Elba, via del Pretorio, 66 Phone 0565/901215 (Town Hall) ANTHROPOLOGY The Rural Art Museum Marciana (Livorno) - Isola d'Elba, loc. Marciana Marina, via Santa Croce Phone 0565/901215 ARCHAEOLOGY Gasparri Etruscan Museum Piombino (Livorno) - loc. Castello di Populonia, via di Sotto, 8 Phone 0565/29510 (Private) 29666 (Populonia Services) ARCHAEOLOGY Populonia Archaeology Museum Piombino (Livorno) - p.zza Cittadella, 8 Phone Phone: 0564 221646 ART AND ARCHAEOLOGY The Castle and the Town Museum Piombino (Livorno) - viale del Popolo Phone Phone: 0565/63220-226408 NATURAL HISTORY The Sea Museum Piombino (Livorno) - Palazzo Appiani, p.zza Bovio, 3/4 Phone 0565/225196 (Marine Biology Centre) ARCHAEOLOGY Municipal Museum of Archaeology Portoferraio (Livorno) - Isola d'Elba, loc. Linguella, Fortezza Medicea, Calata Buccari Phone 0565/937111 (Town Hall) 937370-917338 (Museum) ART M. Foresi Municipal Gallery Portoferraio (Livorno) - Isola d'Elba, Centro Culturale "De Laugier", salita Napoleone Phone 0565/937380-917649 (Culture Centre) ART Palazzina dei Mulini National Museum Portoferraio (Livorno) - Isola d'Elba, p.le Napoleone Phone 0565/915846 ART Villa San Martino National Museum Portoferraio (Livorno) - Isola d'Elba, loc. S. Martino, Villa S. Martino Phone 0565/914688 NATURAL HISTORY The Natural History Museum Portoferraio (Livorno) - Isola di Montecristo Phone 0566/40019 (Follonica State Forests Administration) NATURAL HISTORY The Elba's Mineral Museum Rio Marina (Livorno) - Isola d'Elba, Palazzo Comunale, p.zza S. D'Acquisto, 7 Phone 0565/962747 (Museum) 962168 (Private) NATURAL HISTORY A. Ricci Museum of Elba's Minerals Rio nell'Elba (Livorno) - Isola d'Elba, Passo della Pietr, via Marconi Phone 0565/939294 (Museum) 943050 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Municipal Museum of Archaeology Rosignano Marittimo (Livorno) - Palazzo Bombardieri, via del Castello, 26 Phone 0586/724287-8 NATURAL HISTORY The Natural History Museum Rosignano Marittimo (Livorno) - loc. Rosignano Solvay, via Monte alla Rena, 41/43 Phone 0586/767052 (Museum) 760310 (Private) SPECIALIZED MUSEUM P. Gori Museum Rosignano Marittimo (Livorno) - Edificio della Potesteria, via del Castello, 26 Phone 0586/799232 ART Museum of Religious Art Suvereto (Livorno) - p.zza Vittorio Veneto, sala San Giusto Phone 0565/829923 (Town Hall) 829219 (private) SPECIALIZED MUSEUM Artistic Museum of the Doll Suvereto (Livorno) - via Magenta, 14 Phone 0565/829923 (Town Hall)

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musei a grosseto

ART Diocesan Museum of Religious Art Grosseto - p.zza Baccarini, 3 Phone 0564/488750-51-54 ART AND ARCHAEOLOGY The Maremma Art and Archaeology Museum Grosseto - p.zza Baccarini, 3 Phone 0564/488750-51-54 ANTHROPOLOGY Museum of Grosseto's Folklore Grosseto - loc. Alberese, Parco Naturale della Maremma Phone 0564/407098 NATURAL HISTORY Municipal Museum of Natural History Grosseto - via Mazzini, 61 Phone 0564/414701 PROVINCE OF GROSSETO ARCHAEOLOGY Archaeology Museum Castiglione della Pescaia (Grosseto) - loc. Vetulonia, via Garibaldi Phone 0564/927411 (Town Hall) 927432 (Municipal Library) ANTHROPOLOGY The Monticello Amiata House Cinigiano (Grosseto) - fraz. Monticello Amiata, via Grande Phone 0564/992777 (Local Tourist Office) 993407 (Town Hall) ART A. Modigliani Gallery Follonica (Grosseto) - p.zza del Popolo, 2 Phone 0566/42412 NATURAL HISTORY Museum of Natural History Follonica (Grosseto) - via Zara Phone 0566/59246 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM Museum of Iron and Cast Iron Follonica (Grosseto) - Area ex Ilva, Forno San Ferdinando Phone 0566/40762 ARCHAEOLOGY The Fiora Valley Prehistory and Protohistory Museum Manciano (Grosseto) - Palazzo Nardelli, via Corsini, 5 Phone 0564/629204 (Museum) 629222 (Town Hall) ART Municipal Gallery Manciano (Grosseto) - p.zza Magenta, 1 Phone 0564/629204 (The Fiora Valley Prehistory and Protohistory Museum) 629222 (Town Hall) ART Municipal Gallery Massa Marittima (Grosseto) - Palazzo del Podestr, p.zza Garibaldi Phone 0566/902289 ART AND ARCHAEOLOGY Municipal Museum of Archaeology Massa Marittima (Grosseto) - Palazzo del Podestr, p.zza Garibaldi Phone 0566/902289 ANTHROPOLOGY The Old Oil Mill Massa Marittima (Grosseto) - via Populonia, 3 Phone 0566/902289 (Municipal Museum of Archaeology) ANTHROPOLOGY The Rural Culture Exhibition Massa Marittima (Grosseto) - Castello di Monteregio, p.zza Beccucci Phone 0566/902289 (Municipal Museum of Archaeology) SPECIALIZED MUSEUM Museum of Mining Art and History Massa Marittima (Grosseto) - Palazzetto delle Armi, p.zza Matteotti Phone 0566/902289 (Municipal Museum of Archaeology) SPECIALIZED MUSEUM The Mine Museum Massa Marittima (Grosseto) - via Corridoni Phone 0566/902289 (Municipal Museum of Archaeology) SPECIALIZED MUSEUM The Resistance Permanent Exhibition Massa Marittima (Grosseto) - Sala Consiliare, via Parenti, 69 Phone 0566/902051 (Town Hall) 902756 (Tourist Office) HISTORY Museum of Risorgimento Massa Marittima (Grosseto) - Palazzo del Podestr, p.zza Garibaldi Phone 0566/902289 ARCHAEOLOGY The Cosa National Museum of Archaeology Orbetello (Grosseto) - loc. Ansedonia, area archeologica di Cosa Phone 0564/881421 NATURAL HISTORY The W.W.F. Museum of the Environment Orbetello (Grosseto) - loc. Casale della Giannella, Centro di Educazione Ambientale, strada prov. della Giannella km. 4 Phone 0564/820297 ARCHAEOLOGY Municipal Museum of Archaeology Pitigliano (Grosseto) - Fortezza Orsini, p.zza della Fortezza Orsini Phone 0564/616322 (Town Hall) 615606 (Museum) ART Diocesan Museum Pitigliano (Grosseto) - Fortezza Orsini, p.zza Fortezza Orsini Phone 0564/615568 (Museum) 616074 (Curia) ART Art Collection Roccalbegna (Grosseto) - Chiesa del SS. Crocifisso, via del Crocifisso Phone 0564/989122 (Parish) ANTHROPOLOGY Ethnography Museum Roccalbegna (Grosseto) - fraz. S. Caterina, via Roma, 15 Phone 0564/989032 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Archaeology Museum Scansano (Grosseto) - Palazzo Pretorio, p.zza Pretorio, 2 Phone 0564/509411(Town Hall) ARCHAEOLOGY The Territory Documentation Centre Scarlino (Grosseto) - Palazzo Comunale, via della Rocca, 2 Phone 0566/37052 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Documentation Centre of the Sovana Archaeological Area Sorano (Grosseto) - loc. Sovana, Palazzo Pretorio, p.zza Pretorio Phone 0564/633023 (Town Hall) ARCHAEOLOGY The Middle Ages and Renaissance Museum Sorano (Grosseto) - Fortezza Orsini, p.zza Cairoli Phone 0564/633767

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musei a firenze

ARCHAEOLOGY De Feis Museum of Archaeology Firenze - Collegio "Alla Querce", via della Piazzola, 44 Phone 055/573621-2 ARCHAEOLOGY Florentine Museum of Prehistory Firenze - via Sant'Egidio, 21 Phone 055/295159 ARCHAEOLOGY National Museum of Archaeology Firenze - via della Colonna, 38 Phone 055/23575 (Superintendency) 294883 (Bookings) ART A. Della Ragione Art Collection Firenze - Complesso delle Oblate, via Sant'Egidio Phone 055/283078 (Museum) 2625961 (Museums Office) ART Bardini Museum and Corsi Gallery Firenze - p.zza de' Mozzi, 1 Phone 055/2342427 (Museum) 2625961 (Museums Office) ART Brancacci Chapel Firenze - Chiesa del Carmine, p.zza del Carmine, 14 Phone 055/2382195 (Chapel) 2625961 (Museums Office) ART Buonarroti House Firenze - via Ghibellina, 70 Phone 055/241752 ART Chiostro dello Scalzo Firenze - via Cavour, 69 Phone 055/2388604 ART Corsini Gallery Firenze - Palazzo Corsini, via del Parione, 11 Phone 055/218994 (private) ART Diocesan Museum of St. Stephen Firenze - Chiesa di Santo Stefano al Ponte, p.zza Santo Stefano, 5 Phone 055/223205 ART F. Stibbert Museum Firenze - via F. Stibbert, 26 Phone 055/486049 (Museum) 475520 (Caretaker's lodge) ART Gallery of the Florence Charterhouse Firenze - loc. Galluzzo, Certosa di Firenze, via Buca di Certosa, 2 Phone 055/2049226 ART M. Marini Museum Firenze - p.zza S. Pancrazio Phone 055/219432 ART Medici-Riccardi Palace - The Magi's Chapel Firenze - via Cavour, 1 Phone 055/2760340 ART Museum of Andrea del Sarto's Last Supper Firenze - via di S. Salvi, 16 Phone 055/2388603 ART Museum of Palazzo Vecchio Firenze - Palazzo Vecchio, p.zza della Signoria, 1 Phone 055/2768325 (Museum) 2625961 (Museums Office) ART Museum of Santa Maria Novella Firenze - p.zza Santa Maria Novella, 18 Phone 055/282187 (Museum) 2625961 (Museums Office) ART Museum of St. Mark Firenze - p.zza S. Marco, 3 Phone 055/2388608 (Museum) 294883 (Bookings for groups) ART Palazzo Pitti: Gallery of Modern Art Firenze - Palazzo Pitti, p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388601-2388616 (Gallery) 294883 (Information) ART Palazzo Pitti: the Palace Gallery Firenze - Palazzo Pitti, p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388614 (Gallery) 2388611-613 (Gallery Director's Office) 294883 (Information) ART Palazzo Pitti: the Royal Apartments Firenze - p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388614 (The Palazzo Gallery) 294883 (Information) ART The Academy Gallery Firenze - via Ricasoli, 60 Phone 055/2388612 (Gallery) 294883 (Information) ART The Art Collection of the Arch-Confraternity of the Misericordia Firenze - p.zza del Duomo, 20 Phone 055/287788 ART The Bargello National Museum Firenze - Palazzo del Bargello, via del Proconsolo, 4 Phone 055/2388606 (Museum) 294883 (Information) ART The Cathedral Vestry Board Museum Firenze - p.zza Duomo, 9 Phone 055/2398796 ART The Cenacolo di Santo Spirito and Romano Foundation Firenze - p.zza S. Spirito, 29 Phone 055/287043 (Cenacolo) 2625861 (Museums Office) ART The Contini-Bonacossi Collection Firenze - Complesso degli Uffizi, via Lambertesca Phone 055/294883 (Booking Office) 23885 (Superintendency) ART The Crucifixion of Perugino Firenze - Chiesa S. Maria Maddalena de' Pazzi, via Borgo Pinti, 58 Phone 055/2478420 ART The Fuligno Conservatory's Refectory Firenze - via Faenza, 42 Phone 055/286982 ART The Horne Foundation's Museum Firenze - Palazzo Corsi, via dei Benci, 6 Phone 055/244661 ART The Loeser Collection Firenze - Palazzo Vecchio, p.zza della Signoria, 1 Phone 055/2768325 (Palazzo Vecchio Museum) 2625961 (Museums Office) ART The Medicean Chapels Firenze - p.zza Madonna degli Aldobrandini, 6 Phone 055/2388602 (Museum) 294883 (Information Office) ART The Medicean Villa Petraia Firenze - loc. Castello, via della Petraia, 40 Phone 055/451208-452691 ART The Museum of Bigallo Firenze - p.zza San Giovanni, 1 Phone 055/215440 ART The Period Florentine House Museum Firenze - Palazzo Davanzati, via Porta Rossa, 13 Phone 055/2388610 ART The Refectory of Ghirlandaio and All Saints Museum Firenze - borgo Ognissanti, 42 Phone 055/2396802 (All Saints Monastery) ART The Refectory of Sant'Apollonia Firenze - via XXVII Aprile, 1 Phone 055/2388607 ART The Santa Croce Vestry Board Museum Firenze - Convento di Santa Croce, p.zza S. Croce, 16 Phone 055/244619 - 2342289 ART The Spedale degli Innocenti Gallery Firenze - p.zza SS. Annunziata, 12 Phone 055/2491708 ART The Uffizi Gallery Firenze - p.le degli Uffizi, 6 Phone 055/23885 (Superintendency) 2388651-2 (Direction Office) 294883 (Bookings) ANTHROPOLOGY Museum of Anthropology and Ethnography Firenze - Palazzo Nonfinito, via del Proconsolo, 12 Phone 055/2396449 NATURAL HISTORY La Specola Museum of Zoology: Natural History Museum Section Firenze - via Romana, 17 Phone 055/2288251 NATURAL HISTORY Museum of Botany Firenze - via G. La Pira, 4 Phone 055/2757462 NATURAL HISTORY Museum of Geology and Palaeontology Firenze - via G. La Pira, 4 Phone 055/2757536 NATURAL HISTORY Museum of Mineralogy and Lithology Firenze - via G. La Pira, 4 Phone 055/2757537-216936 NATURAL HISTORY Museum of Tropical Agriculture Firenze - Istituto Agronomico per l'Oltremare, via A. Cocchi, 4 Phone 055/573201 SPECIALIZED MUSEUM "Florence as it was" Historical and Topographical Museum Firenze - via dell'Oriuolo, 24 Phone 055/2616545 SPECIALIZED MUSEUM "Fratelli Alinari" Museum of History of Photography Firenze - l.go Fratelli Alinari, 15 Phone 055/23951 SPECIALIZED MUSEUM Art Athletic Center Firenze - via Maggio, 39 Phone 055/217294 SPECIALIZED MUSEUM Dante's House Firenze - via Santa Margherita, 1 Phone 055/219416 SPECIALIZED MUSEUM Jewish Museum Firenze - Sinagoga, via Farini, 4 Phone 055/245252 SPECIALIZED MUSEUM P. Parigi Museum Firenze - Convento di Santa Croce, p.zza Santa Croce, 16 Phone 055/244619 SPECIALIZED MUSEUM Palazzo Pitti: the Carriage Museum Firenze - Palazzo Pitti, p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388614 SPECIALIZED MUSEUM Palazzo Pitti: The Costume Gallery Firenze - Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti, p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388713-2388615 (Gallery) 294883 (Information) SPECIALIZED MUSEUM Palazzo Pitti: the Porcelain Museum Firenze - Casino del Cavaliere del Giardino di Boboli, p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388605-2388709 (Museum) 294883 (Information) SPECIALIZED MUSEUM Palazzo Pitti: the Silverware Museum Firenze - Palazzo Pitti, p.zza Pitti, 1 Phone 055/2388709 (Museum) 294883 (Information) SPECIALIZED MUSEUM R. Carnielo Gallery Firenze - p.zza Savonarola, 3 Phone 055/2625961 (Museums Office) 27681 (Town Hall) SPECIALIZED MUSEUM R. Siviero House Firenze - lungarno Serristori, 1/3 Phone 055/2345219 (Museum) 293007 (Amici dei musei fiorentini) SPECIALIZED MUSEUM S. Ferragamo Museum Firenze - Palazzo Spini Feroni, via Tornabuoni, 2 Phone 055/3360456 SPECIALIZED MUSEUM The Opificio delle Pietre Dure Museum Firenze - via degli Alfani, 78 Phone 055/265111 SPECIALIZED MUSEUM The Uffizi Drawing and Print Room Firenze - p.le degli Uffizi, 6 Phone 055/2388671 SCIENCE AND TECHNOLOGY Museum of Science History Firenze - p.zza dei Giudici, 1 Phone 055/265311 SCIENCE AND TECHNOLOGY The Science and Technology Foundation Firenze - via Giusti, 27 Phone 055/2341157 PROVINCE OF FLORENCE ANTHROPOLOGY Study Centre on Florentine Chianti's Share-Cropping Bagno a Ripoli (Firenze) - loc. Osteria Nuova, via dei Colli, 3 Phone 055/63951 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Sant'Appiano Museum of Antiquities Barberino Val d'Elsa (Firenze) - loc. Sant'Appiano, Pieve di Sant'Appiano Phone 055/8075359 (Municipal Library) 8052230-28 (Culture Office) ART Museo della Manifattura "Chini" Borgo San Lorenzo (Firenze) - Villa Pecori Giraldi, via Togliatti, 41 Phone ANTHROPOLOGY The Erci House Museum of Rural Civilization Borgo San Lorenzo (Firenze) - loc. Grezzano Phone 055/8492519 (Museum) 8457197 (Municipal Library) ANTHROPOLOGY History Museum of Ethnography Bruscoli (Firenze) - via della Chiesa, 4 Phone 055/818110 SPECIALIZED MUSEUM The Toy Soldier and Historical Figurine Museum Calenzano (Firenze) - via Roma, 14/16 Phone 055/8833421 (Municipal Library) ART Santa Verdiana Museum Castelfiorentino (Firenze) - Propositura Collegiata, p.zza Santa Verdiana Phone 0571/64096 (Rectory) ART Medicean Villa Cerreto Guidi (Firenze) - p.zza Umberto I, 9 Phone 0571/55707 ART AND ARCHAEOLOGY Museum of Palazzo Pretorio Certaldo (Firenze) - p.zza del Vicariato, 4 Phone 0571/661219 SPECIALIZED MUSEUM Boccaccio's House Certaldo (Firenze) - via G. Boccaccio Phone 0571/664208 (Museum) 664935 (Information Office) ART Museum of the Collegiate Church of Saint Andrew Empoli (Firenze) - piazzetta della Propositura, 3 Phone 0571/76284 NATURAL HISTORY Municipal Museum of Palaeontology Empoli (Firenze) - Palazzo Ghibellino, p.zza Farinata degli Uberti, 10 Phone 0571/757817 SPECIALIZED MUSEUM F. Busoni House Empoli (Firenze) - p.zza della Vittoria, 16 Phone 0571/711122 ARCHAEOLOGY Archaeology Museum Fiesole (Firenze) - via Portigiani, 1 Phone 055/59477 ARCHAEOLOGY Franciscan Missionary Museum Fiesole (Firenze) - Convento di S. Francesco, via S. Francesco, 13 Phone 055/59175 ART Bandini Museum Fiesole (Firenze) - via G. Duprc, 1 Phone 055/59477 ART P. Conti Museum and Foundation Fiesole (Firenze) - Villa "Le Coste", via G. Duprc, 18 Phone 055/597095 SPECIALIZED MUSEUM G. Duprc Museum Fiesole (Firenze) - Villa Duprc, via G. Duprc, 19 Phone 055/59171 (private) ART Religious Art Collection Figline Valdarno (Firenze) - Collegiata di Santa Maria Assunta, p.zza Marsilio Ficino, 43 Phone 055/958518 ANTHROPOLOGY Museum of Rural Civilization Figline Valdarno (Firenze) - loc. Gaville, Pieve di S. Romolo Phone 055/9501083 (private) SPECIALIZED MUSEUM Old Pharmacy of the Serristori Hospital Figline Valdarno (Firenze) - p.zza XXV Aprile Phone 055/91251 (Town Hall) 9125247 (Culture Office) NATURAL HISTORY Museo del Paesaggio Storico Firenzuola (Firenze) - loc. Moscheta, Abbazia Phone SPECIALIZED MUSEUM Museo della Pietra Serena Firenzuola (Firenze) - viale Roma Phone ART AND ARCHAEOLOGY Municipal Museum Fucecchio (Firenze) - Antica fattoria "Corsini", p.zza Vittorio Veneto, 27 Phone 0571/20349 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM A. Checchi Collection Fucecchio (Firenze) - Palazzo della Volta, via Guglielmo di San Giorgio, 2 Phone 0571/20349 (Municipal Library) ART Museum of the Santa Maria all'Impruneta Treasury Impruneta (Firenze) - Basilica di Santa Maria all'Impruneta, p.zza Buondelmonti, 28 Phone 055/2011700 (Municipal Library) ART The Parish Museum of San Martino a Gangalandi's Rectory Lastra a Signa (Firenze) - via Leon Battista Alberti, 37 Phone 055/8720008 (Parish) ARCHAEOLOGY Municipal Museum Montaione (Firenze) - Palazzo Pretorio, via Cresci, 15 Phone 0571/699254 (Tourism Office) 699252 (Culture Office) ART AND ARCHAEOLOGY Archaeology and Pottery Museum Montelupo Fiorentino (Firenze) - via B. Sinibaldi, 45 Phone 0571/51352 (Museum) 51087 (Direction) ART Museum of Religious Art Montespertoli (Firenze) - Pieve di S. Piero in Mercato, via S. Piero in Mercato, 233 Phone 0571/6001 (Town Hall) ARCHAEOLOGY Archaeology Museum Palazzuolo sul Senio (Firenze) - Palazzo dei Capitani, p.zza del Podestr, 8 Phone 055/8046008 (Town Hall) ANTHROPOLOGY Museum of Rural and Pre-Industrial Civilization Palazzuolo sul Senio (Firenze) - Palazzo dei Capitani, p.zza del Podestr, 8 Phone 055/8046154 (Town Hall) 8046125 (Local Tourist Office) SPECIALIZED MUSEUM The Grapes and Wine Museum Rufina (Firenze) - Villa di Poggio Reale, v.le Duca della Vittoria, 125 Phone 055/8397932 (Museum) 055/8396532 (Culture Office) ART Museum of Religious Art San Casciano in Val di Pesa (Firenze) - Chiesa di Santa Maria del Gesu, via Roma, 31 Phone 055/8229444 ART Religious Art Collection San Piero a Sieve (Firenze) - loc. Bosco ai Frati, Convento di Bosco ai Frati, via di Luciliano, 1 Phone 055/848111 ART Raccolta d'Arte Sacra Scarperia (Firenze) - loc. Sant'Agata Mugello, Oratorio della Compagnia di San Jacopo, via della Pieve, 3 Phone ANTHROPOLOGY The Rural Life and Industry Museum Scarperia (Firenze) - loc. Sant'Agata Mugello, Centro Polivalente, via Montaccianico Phone 055/8406750 SPECIALIZED MUSEUM Museum of the Cutting Irons Scarperia (Firenze) - Palazzo dei Vicari, via Roma Phone 055/8430671 (Municipal Library) ANTHROPOLOGY Museum of Rural Culture Sesto Fiorentino (Firenze) - loc. Colonnata, "Casa del Guidi", via Veronelli, 2 Phone 055/44961 (Town Hall) 4496329 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM The Richard-Ginori Museum of the Doccia Manufactory Sesto Fiorentino (Firenze) - v.le Pratese, 31 Phone 055/4207767 SPECIALIZED MUSEUM "D. Michelacci" Museum of Straw and Interlacing Signa (Firenze) - via degli Alberti, 11 Phone 055/875700 (Municipal Library) 875257 (Museum) ART Museum of Religious Art Tavarnelle Val di Pesa (Firenze) - Pieve di S. Piero in Bossolo, via della Pieve Phone 055/8076525 (Culture Office) ARCHAEOLOGY Municipal Museum of Archaeology Vicchio (Firenze) - via Garibaldi, 1 Phone 055/8497026 (Town Hall) ART Beato Angelico Museum Vicchio (Firenze) - p.zza Don Milani Phone 055/8497026 (Town Hall) SPECIALIZED MUSEUM The House of Giotto Museum Vicchio (Firenze) - loc. Vespignano Phone 055/844782 (Museum) 8448251 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM Leonardo da Vinci Virtual Museum Vinci (Firenze) - via Montalbano, 2 Phone 0571/56296 SPECIALIZED MUSEUM Leonardo's Birthplace Vinci (Firenze) - loc. Anchiano, via Faltognano Phone 0571/56519 (private) 568012 (Tourist Office) SPECIALIZED MUSEUM Leonardo's Museum Vinci (Firenze) - Castello dei Conti Guidi, via della Torre, 2 Phone 0571/56055

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Musei ad Arezzo

ARCHAEOLOGY Mecenate National Museum of Archaeology Arezzo - ex Convento di S. Bernardo, via Margaritone, 10 Phone 0575/20882 ART Casa Museo Ivan Bruschi Arezzo - corso Italia, 14 Phone ART Diocesan Museum of Religious Art Arezzo - Cattedrale di S. Donato, piazzetta dietro il Duomo, 12 Phone 0575/23991 (Sacristy) ART Municipal Gallery of Contemporary Art Arezzo - p.zza della Libertr Phone 0575/377253 (Cultural Office) ART Museum of Medieval and Modern Art Arezzo - Palazzo Bruni-Ciocchi, via San Lorentino, 8 Phone 0575/409050 (Museum) 40901 (Superintendency) SPECIALIZED MUSEUM Vasari's House Arezzo - via XX Settembre, 55 Phone 0575/300301 (Superintendency) PROVINCE OF AREZZO ART AND ARCHAEOLOGY National Museum of Palazzo Taglieschi Anghiari (Arezzo) - Palazzo Taglieschi, p.zza Mameli, 16 Phone 0575/788001 SPECIALIZED MUSEUM Museum of the Confraternity of Mercy Anghiari (Arezzo) - via F. Nenci, 13 Phone 0575/789577 (Confraternity) HISTORY Palazzo Marzocco Anghiari (Arezzo) - p.zza Mameli, 1 Phone 0575/787023 SPECIALIZED MUSEUM Michelangelo Museum Caprese Michelangelo (Arezzo) - via Capoluogo, 1 Phone 0575/793912 (Town Hall) ART Municipal Gallery Castiglion Fiorentino (Arezzo) - Chiesa di S. Angelo al Cassero, via del Cassero Phone 0575/659457 (Municipal Library) 657466 (Museum) ARCHAEOLOGY The Farneta Museum of Archaeology and Palaeontology Cortona (Arezzo) - loc. Farneta, Abbazia di Farneta Phone 0575/610010 ART Diocesan Museum Cortona (Arezzo) - ex Chiesa del Gesu, p.zza del Duomo, 1 Phone 0575/62830 (Museum) 603216 (Director) ART AND ARCHAEOLOGY Museum of the Etruscan Academy of Cortona Cortona (Arezzo) - Palazzo Casali, p.zza Signorelli, 9 Phone 0575/630415-637235 ART V. Venturi Museum Loro Ciuffenna (Arezzo) - p.zza Matteotti, 7 Phone 055/9172551-917011 (Town Hall) ART Municipal Museum Lucignano (Arezzo) - Palazzo Comunale, p.zza del Tribunale, 22 Phone 0575/836899 (Municipal Library) 838001 (Museum) ART Municipal Museum Monte San Savino (Arezzo) - Cassero, p.zza Gamurrini Phone 0575/843098 (Tourism Office) 844845 (Municipal Library) ART Fresco by Piero della Francesca Monterchi (Arezzo) - via della Reglia, 1 Phone 0575/70713 (Museum) 70092 (Town Hall) SPECIALIZED MUSEUM Balances and Weights Museum Monterchi (Arezzo) - Palazzo Massi, via XX Settembre Phone 0575/70710 (Museum) 70092 (Town Hall) ART Museo "E. Galessi" Montevarchi (Arezzo) - via Ammiraglio Burzagli, 43 Phone ART The Collegiate Church Museum of Religious Art Montevarchi (Arezzo) - via Isidoro del Lungo, 4 Phone 055/980468 NATURAL HISTORY Palaeontology Museum of the Accademia Valdarnese del Poggio Montevarchi (Arezzo) - via Poggio Bracciolini, 36/40 Phone 055/981227 NATURAL HISTORY C. Siemoni Forestry Museum Poppi (Arezzo) - loc. Badia Prataglia, via Nazionale, 14 Phone 0575/559054 (Local Tourist Office) 559002 (Forester's Office) NATURAL HISTORY Museum of Ornithology Poppi (Arezzo) - loc. Camaldoli Phone 0575/556014 (Forester's Office) 559054 (Local Tourist Office) ART S. Maria delle Grazie's Cathedral Museum San Giovanni Valdarno (Arezzo) - p.zza Masaccio, 9 Phone 055/9122445 (Cathedral) ART Municipal Museum Sansepolcro (Arezzo) - Palazzo della Residenza, via Aggiunti, 65 Phone 0575/732218 (Museum) 732257 (Municipal Library) SPECIALIZED MUSEUM Aboca Museum Sansepolcro (Arezzo) - Sansepolcro via Niccoln Aggiunti 75 Phone Telefono 0575/733589 HISTORY The Resistance Museum and Library Sansepolcro (Arezzo) - via Matteotti, 10 Phone 0575/742293 (private) ARCHAEOLOGY The Sestinum Museum of Antiquities Sestino (Arezzo) - Pieve San Pancrazio Phone 0575/772206 (Information Office) ART Contemporary Art Museum Stia (Arezzo) - Palagio Fiorentino, via Vittorio Veneto Phone 0575/583388 (Custodian) 50471 (Town Hall) ANTHROPOLOGY The Castle Museum Stia (Arezzo) - loc. Porciano, Castello Phone 0575/58533 (Castle) 582626 (Custodian) NATURAL HISTORY C. Beni Museum of Ornithology Stia (Arezzo) - Centro Visita del Parco Nazionale, via Monte Grappa, 2 Phone 0575/504596 (Museum) 50471 (Town Hall) 50301 (Park)

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Odoardo Borrani Pascolo a Castiglioncello (1861) olio su tela, cm 30,5x84 Firmato in basso a sinistra:O. Borrani Recatosi durante l'estate del 1861 insieme a Sernesi sull'Appennino Pistoiese, Borrani riesce a presentarsi alla Promotrice fiorentina dello stesso anno con opere realizzate in quella località, tanto da essere ascritto da Yorick alla "scuola novella", alla stessa stregua di Signorini e Cabianca, a loro volta reduci dal soggiorno a La Spezia: "I signori Cabianca, Signorini e Borrani appartengono alla scuola novella che chiamano degli effettisti, ed espongono tre quadri dipinti secondo le loro coscienze" (Yorick 1861, p. 177). La sperimentazione tecnica avviata da Borrani durante il soggiorno a S. Marcello Pistoiese viene approfondita al cospetto degli scenari di Castiglioncello, con esiti di luminosità affini a quelli di Sernesi, secondo il noto paragone instaurato da Cecchi nel 1926 tra La Punta del Romito veduta da Castiglioncello di Sernesi (1864) e Vada vista da Castiglioncello di Borrani (1864), ritenute dal critico opera di una stessa mano. In questo Pascolo l'artista manifesta d'altra parte un'impronta assolutamente individuale, che è poi la stessa di Orto a Castiglioncello (1862-1864) e Casa e marina a Castiglioncello (1862-1864), secondo cui all'indagine della muta armonia della natura costiera si coniuga l'interesse per la vita dei campi, restituita attraverso l'epopea di contadini delineati con eleganza disegnativa di impostazione antica. È proprio nella definizione di gruppi compositivi, di solito contadini circondati da animali, che si coglie dell'artista quella sapienza disegnativa, acquisita in seguito allo studio degli affreschi di Paolo Uccello nel Chiostro Verde di Santa Maria Novella e di Giotto nella chiesa di Santa Croce (Cecioni 1905, p, 339), così come quella solidità plastica, coerente con le ricerche chiaroscurali tipiche del "suo eccessivo fanatismo per l'arte nuova" (ivi, p. 338). Giovanni Costa Una sera in Maremma 1855 olio su tavola, cm 10,6x27,5 Firmato e datato sul verso dall'artista: Una sera in Maremma Giovanni Costa 1855 Sulla base dell'affinità di quest'opera con il dipinto conservato presso Castle Howard, esposto alla New Gallery nel 1890 con il titolo Bocca d'Arno (1889), Nicholls avanza già nel 1982 l'ipotesi di un'ambientazione sul litorale toscano, finchè, a seguito di uno studio ulteriore dell'architettura raffigurata sullo sfondo, lo stesso Nicholls conclude trattarsi della località costiera presso il fortino lorenese di Bocca d'Arno, dove, tra l'altro, l'artista ricorda nelle sue memorie di essersi intrattenuto ospite presso i doganieri intorno al 1856. L'impegno di Nino Costa a Marina di Pisa si sostanzia di una ricerca cromatica e atmosferica, tesa ad accentuare la nota suggestiva di tale località, come in questo effetto di tramonto, in cui l'intonazione del cielo ripete la gamma dorata della vegetazione costiera, se pure in una gradazione più luminosa, a conferma di quanto l'artista si concentrasse su questioni specificamente tecniche e ne discutesse con gli allievi che lo assistevano nei suoi itinerari. L'influenza dell'artista romano in Toscana, identificata da Cecioni come "la pagina più bella e più importante della vita artistica del Costa" (Cecioni 1905, p. 327) viene a coincidere con indicazioni di carattere stilistico oltre che espressivo, secondo quanto riferisce più tardi Antonio Discovolo: "A un tratto si fermò e con lo sguardo rivolto verso al cielo, disse: "Vedete lassù, sotto quell'azzurro, c'è il rosso, come c'è il sangue sotto la nostra pelle. Ricordatevene quando dipingete. La preparazione di un dipinto è di grande importanza" (Discovolo 1983, pp. 63-64). Giuseppe Abbati La casa di Diego Martelli a Castiglioncello (1862) olio su tela, cm 21,3x50 Firmato in basso a sinistra: G. Abbati L'indagine luminosa tesa a definire la tinta caratteristica dei caseggiati toscani sottoposta alla variazione dell'ora e della stagione, secondo le fasi individuate nelle diverse versioni di Stradina al sole, si dispiega in questo dipinto con un respiro prospettico di più ampia estensione, così come in altre opere realizzate a Castiglioncello, tra cui Veduta di Castiglioncello, anch'essa raffigurante la proprietà Martelli. La necessità di affermare una fisionomia originale in occasione di un evento favorevole alla propria ispirazione quale si delineava il soggiorno lungo la costa tirrenica, coincide per Abbati con la ricerca di una combinazione di toni di impronta personale, secondo la testimonianza di Martelli: "Ma siccome la tavolozza ci dà tante infinite combinazioni da equivalere le infinite combinazioni che hanno tutte le cose sottoposte alla luce in natura, egli tentava in un tono più basso del vero di dare tutta intera la tonalità del vero" (Martelli, post 1870). Del resto la mutevolezza delle condizioni luminose in riva al mare, così come la varietà della fisionomia della costa tirrenica, dovette sollecitare Abbati verso esiti definitivi, visto che nell'ultima lettera spedita dall'artista all'amico critico d'arte, egli sosteneva che "si sentiva giunto a tale da chiamarsi contento dell'opera sua" (Martelli 1877). Spiaggia a Viareggio 1865 olio su tela, cm 40x77 Firmato e datato in basso a sinistra:V. Cabianca 1865 La riflessione condotta al fianco di Telemaco Signorini e Cristiano Banti durante il soggiorno a La Spezia del 1860, sostanziata di "lavori e tentativi arditissimi", coincidenti con "un vero progresso" in fatto di resa dei fenomeni luminosi (Cecioni 1905, pp. 335-336), prosegue per Cabianca negli anni successivi, nell'ambito di una serie di vedute ambientate lungo la costa del Tirreno, dalla Versilia a La Spezia, in coincidenza con le soste privilegiate al cospetto del mare, dove l'artista riesce ad approfondire "gli effetti di sole" (ivi, p. 335) con animo di militante: "Nei suoi lavori, specie nei primi, la ricerca del chiaro-scuro e dei rapporti di colore è certo ardita e più che ardita prepotente" (ivi, p. 332). Il rimpianto di Cecioni circa la tonalità poco naturale della tavolozza di Cabianca, così come la condanna di Signorini riguardo agli eccessi cromatici di Bagnanti fra gli scogli, delineano le coordinate di una condotta tecnica originale al cospetto della marina, consistente in un'audacia cromatica e luminosa non del tutto in sintonia con quell'indagine sul rapporto dei toni che si andava perfezionando nell'ambito dei macchiaioli. Occorre tuttavia precisare la distanza tra l'impronta sperimentale di Bagnanti fra gli scogli, dove Signorini depreca la stesura di "un cielo così peso e mancante d'azoto" e il timbro lirico di questa marina, evidente nella delicata modulazione della tonalità viola dei profili montuosi che sfuma con naturale accordo nella distesa del cielo. Giovanni Fattori La libecciata (1880-1885) olio su tavola, cm 19,2x32,2 Firmato in basso a sinistra:G. Fattori Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, Firenze Il sentimento della stagione e del luogo improntano quest'opera fino a farne una delle più distinte testimonianze del percorso stilistico di Fattori, avviato nel Sessanta con Criniere al vento (1867) e giunto a maturazione negli anni Ottanta, coincidente con l'evoluzione dalla veduta verista al paesaggio-stato d'animo. La capacità di Fattori di finalizzare le sperimentazioni tecniche alla resa espressiva del motivo si intensifica nella produzione di marine degli anni Ottanta, soprattutto nelle due versioni della Libecciata, dove la compattezza degli intarsi tonali cede il posto ad una stesura vibrata a tal punto da far presentire certi esiti a cavallo del secolo di vera e propria marina-stato d'animo, quale Tramonto sul mare (1899-1900). Il compimento delle ricerche avviate da Fattori sulla scia della lezione di Nino Costa, a partire da Le macchiaiole, esposte a Firenze nel 1867 ed apprezzate da Signorini nei termini di evidenza dell'"impressione [...] della stagione" e del "carattere del paese", appare ancora più evidente al cospetto della marina, dove l'individuazione della stagione e della tinta locale si congiunge con questioni atmosferiche di più ampia portata, tanto da coinvolgere uno dei più audaci protagonisti della tecnica divisionista, ovvero Lloyd, che nel 1929 confessa l'estasi provata di fronte al dipinto: "Una volta io ero chino per terra in ammirazione dinanzi a quella tela rappresentante un mare sconvolto dal libeccio con delle tamerici rabbuffate dal vento. Rapito dalla bellezza ero come in estasi" (Lloyd 1929, pp. 20-21). Giovanni Fattori Lungomare di Antignano 1894 olio su tela, cm 60x100 Firmato e datato in basso a destra:Gio. Fattori 1894 Museo G. Fattori, Comune di Livorno Risale al 1894 una lettera di Fattori ad Adele Galeotti (Livorno, 31 luglio 1894), dove l'artista ammette ritmi di esecuzione piuttosto allentati, tranne una marina di "1 m. e circa 60 cm", ovvero questo Lungomare, di cui risulta con certezza l'ambientazione ad Antignano, presso la villa della "Signorina Civelli": "Io non fo quasi nulla per ora - cioè nulla no - fo niente meno che un quadro di 1 m. e 60 cm - dal vero - Terra e mare - lo vedrà - ... ecco perché - la Signorina Civelli che ha all'Antignano (luogo di bagni distante da qui 4 miglia) una splendida villa, e faccio il pandant come si faceva con lei quando si andava sul lago Trasimeno". L'indagine delle variazioni tonali si intensifica al cospetto della marina livornese, sempre però sulla base del credo realista espresso da Fattori nel 1891, secondo cui non occorre alterare la gradazione luminosa in vista di effetti spettacolari: "le manifestazioni della natura sono immense, sono grandi, non sempre si presenta viva di luce, non sempre si presenta triste e buia" (Firenze, febbraio 1891). Se in quest'opera l'artista ricerca un effetto di pieno sole, egli si impegna a mantenere una colorazione naturale, secondo i dettami ribaditi agli allievi in occasione della polemica relativa alle sperimentazioni luminose di Muller. La condanna di Fattori infatti non investe il "tentativo di luce", del resto da lui stesso perseguito con costanza e spirito innovativo, quanto il rischio insito nell'accademia mulleriana di un'"arte senza forma né concetto" e della "dimenticanza affatto di rapporto di colore e di chiaro scuro" (ivi). Giovanni Fattori Pescatori all'Antignano (1895) olio su tela, cm 44x95 Firmato in basso a sinistra:Gio Fattori A partire dagli anni Novanta Fattori approfondisce la consapevolezza della propria individualità artistica, anche al cospetto delle sperimentazioni degli allievi, tanto che in una lettera a Nomellini del 18 gennaio 1891, riferisce il generale consenso ottenuto dalle sue opere esposte alla Promotrice fiorentina del 1890-1891: "Mi hanno detto e scritto che le mie opere fanno buona impressione, soprattutto è molto notata la mia individualità". L'impegno di Fattori si dirige in questa marina verso la trascrizione sintetica di uno dei tratti più pittoreschi del litorale livornese, dove la struttura cristallografica della scogliera si snoda lungo un percorso indagato con scrupolosa dedizione, tanto da costituire motivo di ispirazione per altre vedute analoghe. In questa occasione l'artista consegue una compiutezza tale da assemblare in una singola composizione varie fasi visive, sviluppate poi singolarmente in tutta una serie di varianti sul motivo, quali Marina livornese (Malesci 1961, n. 538), Barche e pescatori (ivi, n. 645) e Sulla spiaggia (ivi, n. 752). In particolare la definizione geometrica delle sagome taglienti degli scogli lambiti dalle acque si ritrova come motivo a sè stante nella Marina livornese, mentre l'abbinamento, scandito da una metrica rigorosa, tra le sagome dei pescatori e quelle degli scafi, compare con variato intento compositivo nelle altre due marine. Al cospetto dello scenario costiero l'artista non intende alterare la propria condotta luminosa al di fuori di un normale tracciato di corretti rapporti chiaroscurali, ma preferisce individuare la "forma", il "linguaggio" e il "sentimento" della natura, di contro a quella esasperazione tecnica perseguita a quest'epoca da Muller, ritenuta da Fattori come la negazione dell'individualità artistica: "fattura nulla - disegno niente - soggetto sentimento negativo" (Fattori, Firenze 14 marzo 1891). Telemaco Signorini Vegetazione a Riomaggiore (1894) olio su tela, cm 58x90 Firmato in basso a destra:T. Signorini Nel corso degli anni Novanta l'artista sembra concentrarsi sulla questione della marina in termini sistematici, visto che nel 1895 decide addirittura di stendere un tracciato delle proprie esperienze artistiche lungo la costa ligure, come testimoniano Tetti a Riomaggiore (1892-1894) e Dal santuario di Riomaggiore (1892-1894). L'attrazione per la fisionomia pittoresca di tale costa si rinviene soprattutto nella ricerca di tagli prospettici sempre più audaci, che sollecitano Signorini ad una disposizione emotiva di sempre maggiore enfasi atmosferica. In tale marina si rileva la comparsa di un'audace consapevolezza luminosa, in quanto la ricerca di una definizione analitica del fogliame in primo piano si accompagna al tentativo di allontanamento prospettico dell'orizzonte, tramite la gradazione delle tonalità della vegetazione, schiarite progressivamente fino al confine con la superficie marina, la cui trasparenza atmosferica si raccorda in termini naturali con il cielo. Pietro Senno Il Golfo di La Spezia (1901) olio su tela, cm 85x150 Pinacoteca Comunale Foresiana, Portoferraio Presente alla Promotrice fiorentina del 1862 con una marina elbana, Motivo preso all'Isola d'Elba, Pietro Senno si dedica alla veduta costiera approfondendo l'indagine atmosferica nel corso dei suoi itinerari di studio nei pressi di località pittoresche, tra cui, oltre all'Isola d'Elba, il Golfo di La Spezia, Portovenere, la Maremma, Tombolo, l'Argentario. La maniera iniziale dell'artista, lodata da Signorini nel 1867 nei termini di una "fattura larga" che "ritiene potentemente le impressioni del vero", indulge a tonalità cupe ed effetti scenografici, sempre a detta del critico, che lo sprona a far "meno pesante e nero" e ad avere "una mano meno facile" (Signorini 1867). L'impronta scenografica si accompagna in questa veduta ad una maggiore sensibilità atmosferica, secondo quella tendenza notata dallo stesso Signorini negli anni Ottanta ad una "facilità prodigiosa di ritenere impressioni che hanno sempre una durata molto breve" (Signorini 1884), proseguita fino alle soglie del Novecento. La specificità del percorso evolutivo di Senno viene ricordata da Mario Foresi, a partire dal distacco dal "convenzionalismo accademico" dei Markò e di D'Azeglio, fino alle ultime marine, dove egli si volge "verso il verismo, verso la fedele rappresentazione di ciò che si offriva al suo sguardo, sempre più soffuso della luce della sua propria fantasia e adombrato da una singolare velatura d'idealità" (Foresi 1904-1905, p. 236). Il "confine oraziano" mantenuto dall'artista tra l'accettazione delle conquiste macchiaiole e la condotta accademica, gli consente di apportare al genere della marina una nota atmosferica di maggiore verisimiglianza, senza rinunciare al registro scenografico, tanto che i suoi ultimi "Thalassica" riscuotono l'apprezzamento della critica novecentesca, e il suo Libeccio, oltre all'ammirazione di Vittorio Corcos, ottiene il premio dalla giuria della mostra d'Arte Moderna di Firenze del 1902. Tito Conti Canale, Viareggio 1883 olio su tavola, cm 14x24 Firmato in basso a sinistra:Tito Conti; datato sul retro: Fiera di beneficienza, Viareggio. 15 Agosto 1883 Dedito fino agli anni Settanta ad una produzione di genere assai vicina a quella di Francesco Vinea, realizzata con "una cura ed amore più unico che raro" (Carocci 1875), Conti si risolve, nel corso degli anni Ottanta, in una condotta pittorica più personale, in linea con le sperimentazioni tecniche della scuola toscana. La verve sma gliante di questa marina versiliese rende atto della volontà dell'artista di rivedere i dettami di una maniera aggraziata quanto accademica alla luce di un impegno tecnico, che, senza dimenticare la base disegnativa, mostri tutta la bravura di un moderno colorista. Tito Conti La Darsena. Viareggio(1885) olio su cartone, cm 14,5x24 Firmato in basso a destra: Tito Conti Incluso da Signorini tra gli "artisti d'ingegno" insieme a Francesco Vinea, Bartolomeo Giuliano, Pietro Senno e Raimondi (Signorini 1867), Tito Conti deve ascriversi a quella schiera di artisti toscani impegnati nell'aggiornamento della pittura di genere tramite l'acquisizione dei principi tecnici affermatisi nel corso degli anni Ottanta. Una delle conseguenze di tale aggiornamento consiste nella concentrazione dell'artista su quei motivi che più si prestavano all'applicazione di una nuova maniera luminosa, in sintonia con la condotta di altri, quali Vinea e Faldi, dediti negli stessi anni ad uno studio indefesso dal vero. Ed è proprio al cospetto della darsena e delle spiagge versiliesi che Conti riesce a modificare il proprio linguaggio, perfezionando la scienza dei rapporti tonali e attingendo ad un repertorio tematico stimolante per brio ed attualità. Ugo Manaresi L'Ardenza (1892) olio su tela, cm 77x200 Dedicato in basso a sinistra:A E. Virgilio Livorno 18(?) Tale marina costituisce una testimonianza esemplare di quella varietà di ispirazione nell'ambito della marina, non disgiunta da una "lodevole" condotta tonale, riconosciuta da Signorini a Manaresi fin dal 1879. Oltre al genere allegorico del dipinto L'uomo e il creato - esposto alla Promotrice fiorentina del 1880 - e quello romantico dei naufragi alla Salvator Rosa, l'artista coltiva infatti un registro di impronta verista, a partire dalla Promotrice fiorentina del 1881, alla quale presenta In darsena nuova (Marina), fino all'Esposizione di Livorno del 1886, quando riesce ad imporsi in qualità di artista specializzato in marine, sempre con due motivi della darsena livornese. Tra la fine degli Ottanta e l'inizio degli anni Novanta Manaresi appare dunque impegnato nell'assestamento della propria visione dal vero al cospetto della costa livornese, fino a maturare un certo distacco dal repertorio convenzionale del genere marinaresco e ad approntare una stesura pittorica di indirizzo più personale. Tale marina, di concezione affine a quella di Il Boccale. Livorno (1889) - riprodotto da Mazzanti nel 1941 - sembra doversi ascrivere a quest'ultima fase, in quanto vi si può riconoscere l'approfondimento di uno studio dal vero sul litorale dell'Ardenza, realizzato con una tecnica luminosa così sapiente e con una stesura così individuale, da risultare attuale ancora negli anni Venti all'occhio di Giulio Cesare Vinzio, anch'egli specializzato in marine, oltre che amico ed ammiratore dell'artista: "la pennellata è tagliente, nervosa, senza pentimenti o preoccupazioni di tecnica o di moda; è chiara, ferma e sicura" (Vinzio 1927-1928, p. 46). La sempre maggiore dedizione allo studio dal vero consente all'artista di alternare nell'ambito della propria attività una produzione di varia destinazione ufficiale, del genere di alcuni naufragi, ad una di impronta più intima - come conferma questa marina - che è poi quella lasciata in eredità alle generazioni future, secondo la testimonianza di Vinzio: "Nelle tavolette, negli studi e negli appunti, che per sé dipingeva, fu efficace assai" (ivi Ugo Manaresi Bagnanti a Quercianella 1894 olio su tela, cm 97x44 Firmato e datato in basso a destra:U. Manaresi 1894 L'opera deve ricollegarsi senz'altro ad un dipinto citato da Gino Mazzanti sulla "Rivista di Livorno" del 1941: "in un bozzetto trattato con pennellata larga e sugosa, che ha per titolo Bagnanti, le scogliere fosche contro la luce del tramonto, le donne nude dalle forme di sirena e le acque iridescenti danno vita ad una strana composizione fra mito e realtà" (Mazzanti 1941, p. 90). L'inclinazione di Manaresi al registro allegorico è attestata fino dal 1880, anno in cui egli si presenta alla Promotrice fiorentina con L'uomo e il creato, ma prosegue nel corso degli anni successivi, come conferma Mazzanti nell'accenno a "tentativi di raffigurazioni simboliche e chimeriche e motivi di vaghe composizioni idilliche e pastorali" (ivi, p. 79). L'impegno disegnativo dell'artista nella definizione scultorea dei corpi femminili, si accompagna in questa marina ad una rinnovata consapevolezza luminosa, rispetto alla serie dei Naufragi del primo periodo, soprattutto riguardo alla resa illusionistica della bruna scogliera sull'avanti della composizione, la cui tonalità cupa risalta a contrasto con la superficie marina, animata quest'ultima da suggestive trasparenze. Il ricorso ad una ricercata eleganza del tratto disegnativo, come alla delicata orchestrazione di tonalità smaltate, accresce l'effetto di sospensione della scena, consentendo di ascrivere quest'opera al filone delle "marine fra sogno e realtà, a somiglianza di quelle di Claudio di Lorena" (ibidem). Adolfo Tommasi La diligenza di Castiglioncello (1880) olio su tela, m 32x59 Firmato in basso a destra: Adolfo Tommasi Alla data del 1880 Adolfo Tommasi mostra di aver già compiuto una prima fondamentale riflessione sulle problematiche atmosferiche congiunte alla veduta dal vero. Tale riflessione, emersa nell'episodio ufficiale di Dopo la brina (1880), viene anti cipata dagli studi esposti alla Promotrice fiorentina dell'anno precedente, notati favorevolmente da Signorini, in particolare un "bozzettino...molto, ma molto pieno di luce, di rilievo, d'intonazione" e Autunno, dove "il cielo ha una luminosa profondità" (Signorini 1879). La maturazione della condotta luminosa consente all'artista di misurarsi con il registro più complesso della veduta costiera, nell'ambito della quale il motivo del litorale tirrenico visto in scorcio, oltre a costituire un banco di prova per altri artisti toscani, prima di tutti Luigi Gioli, impegna a tal punto Adolfo, da vederlo intento allo stesso motivo, in termini ancora più programmatici, in Littorale toscano, esposto a Firenze nel 1887. In quest'occasione l'artista si propone di animare la strada litoranea con l'introduzione di un motivo pittoresco, quello della carrozza, che contribuisce al fascino cromatico della scena, oltre che alla misurazione del succedersi dei piani in profondità e quindi alla suggestione dell'effetto prospettico. Vittorio Corcos Marina (1895-1900) olio su tela, cm 37x52 Firmato in basso a destra: V. Corcos Affine per il taglio compositivo alle marine di Signorini a Riomaggiore, quest'opera dimostra la predilezione dell'artista per una situazione di maggior impatto emotivo rispetto all'abituale visione serena del mar Tirreno, tipica di opere quali Lettura sul mare (1910) e La Coccolì (1915). L'artista infatti si concentra nella resa di una marina avanti la burrasca di cui esalta la cupezza dell'impressione, oscurando il tono della vegetazione in primo piano, smorzando la tonalità della distesa marina e offuscando la trasparenza del cielo con un crescendo incalzante di tinte grigie. La resa di questi effetti collocano Corcos nell'ambito della schiera di artisti toscani che, nel tentativo di restituire l'emozione ricevuta, contribuiscono all'evoluzione della marina nei termini di paesaggio stato-d'animo, cui si accompagna una costante osservazione del vero che impegna l'artista sul piano della resa della tinta locale e del caratteristico profilo della marina. Vittorio Corcos Ada in controluce 1905 olio su tela, cm 56x46 Dedicato, datato e firmato in basso a destra:Alla mia cara Ada Maggio 1905 V. Corcos; siglato in basso a sinistra V. C. Battezzato da Ugo Matini "il simpatico pittore delle grazie muliebri", Vittorio Corcos conferisce a quest'opera la suggestione di una silouhette ammorbidita dalle vibrazioni luminose che filtrano attraverso la soglia di casa diffondendo in tutta la veduta una sospensione, che è di per sé espressione di uno stato d'animo. Già anni prima, con Fiori di siepe (1891), egli aveva sondato l'effetto luminoso del controluce sulla soglia, mettendo in risalto l'intento ritrattistico; intento qui mitigato dallo squarcio della marina, per cui più che a un ritratto, si pensa, ad una "finestra aperta" (Tarchiani, p. 261). Nell'ambito di un calibratissimo avvicendarsi di controluce sull'avanti della composizione, l'unica nota cromatica di inalterabile compattezza risulta infatti lo smalto luminoso delineante in lontananza la distesa del mare, estremo gradiente prospettico della veduta. Vittorio Corcos Castiglioncello 1910 olio su tela, cm 72x133 Siglato e datato in basso a destra:V. C. Castiglioncello 1910 Già dal 1890 Corcos si era imposto all'attenzione della critica in qualità di pittore di marine, quando Fonseca parla di lui nei termini di "delicatissimo artista ch'ebbe fin dai suoi primi lavori una predilezione per il mare, ma sempre per un mare calmo al pari della pittura sua". In particolare l'accenno di Fonseca ad una marina ligure, Sulla spiaggia, denota la presenza anche in Corcos, alla stessa stregua che nei Gioli e nei Tommasi, di quella volontà di aggiornamento tecnico già a partire dagli anni Novanta attraverso nuovi itinerari costieri, dove rinvenire sempre più pittoreschi scenari per i propri motivi. Del resto l'ambientazione della figura femminile al cospetto della marina diventa per Corcos, così come per altri artisti toscani dediti allo studio dell'eleganza femminile, quali Arturo Faldi e Italo Nunes-Vais, una possibilità di animare la condotta essenzialmente disegnativa con una rinnovata sensibilità atmosferica. L'identità di ispirazione di quest'opera con una marina di Faldi, esposta alla Promotrice fiorentina del 1907-1908, In attesa di una visita desiderata, oltre che con una marina di Nunes-Vais ambientata in Versilia tra il 1905 e il 1910, Scrutando l'orizzonte, consente di ricostruire un tessuto di relazioni tra artisti toscani, i quali, nel corso del primo decennio del secolo, proseguono l'aggiornamento del proprio linguaggio luminoso e perciò indagano con maggiore scrupolo il panorama costiero, tanto che Corcos si trattiene sempre più di frequente sul litorale livornese, mentre Faldi e Nunes-Vais si trasferiscono sul litorale del Tirreno, il primo a Portovenere, il secondo a Forte dei Marmi. Vittorio Corcos La Coccolì 1915 olio su tela, cm 120x125 Firmato e annotato in basso a sinistra:V. Corcos LA COCCOLI' nel 1915 La propensione monumentale dell'artista, tante volte manifestata in ambito ritrattistico, emerge anche al cospetto del mare, come era stato preannunciato da Contessa Frankestein Soderini (1889) e da In lettura sul mare (1910). Ne deriva un'analoga condotta pittorica, improntata al nitore plastico e alla brillantezza dei toni, mentre il contorno disegnativo torna a restituire alla figura umana quell'incisività tipica dei ritratti femminili dell'artista. Più che nelle precedenti marine, l'artista qui si concentra nell'esatta restituzione ottica dei riflessi della distesa marina, che si colora di notazioni luminose, tanto da far presentire l'eco delle ricerche tecniche ormai da tempo sondate dai colleghi toscani. Alfredo Muller I Bagni Pancaldi a Livorno 1890 olio su tela, cm 73x53,5 Firmato e datato in basso a destra:Alfredo Muller. Livorno/2 Aprile 1890 L'aggiornamento tecnico di Muller in merito al "nuovo verbo dell'impressionismo luminista monettiano" (Tinti 1921, pp. 156-157) risulta compiuto, stando alla testimonianza di Mario Tinti, alla data del 1890, proprio con questa marina livornese, divenuta immediatamente "un libro di testo" per molti pittori livornesi. A conferma di quali suggestioni visive dovesse offrire il luminoso panorama costiero livornese per l'applicazione della "nuova tecnica a piccole pennellate, corpose, divise e sfarfallanti" l'artista, reduce da Parigi, si presenta alla Promotrice fiorentina del 1890-1891, proprio con una Marina (vibrazioni in bianco, giallo, azzurro). Giovanni Bartolena Marina a Castiglioncello (1925-1930) olio su tavola, cm 26x37,8 Firmato in basso a destra: Giò Bartolena In occasione della mostra alla Galleria "L'Esame" di Milano del 1926-1927, Renzo Boccardi definisce Bartolena "innamorato della sua città [...], pago del suo mare e del suo cielo", distinguendo tra "disegno solido e masse piene, l'uno e le altre fatte di colore" delle nature morte e l'affiorare del macchiaiolismo nell'"egloga frizzante" dei paesaggi. Degli undici dipinti esposti, ben cinque erano marine, ambientate tra Chioma e Quercianella, a conferma dell'ispirazione costiera della sua pittura. Definito da Somarè "pittore per diritto di natura" (Somarè 1927) e ricondotto da Giolli "in quell'irrigidirsi e semplificarsi di spirito che già conosciamo da Fattori a Mario Puccini" (Giolli 1927), Bartolena dimostra, soprattutto nelle marine, di collocarsi insieme a Lloyd, Ghiglia e Puccini in quel filone di ritorno alla tradizione, nell'ambito di un recupero della maniera fattoriana filtrata attraverso la meditazione sui primitivi.

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